L’Oslofjord, si estende per circa 100 chilometri dalla capitale della Norvegia e se avete intenzione di fare un viaggio a Oslo una minicrociera sul fiordo è d’obbligo. Le sue rive sono punteggiate da incantevoli città costiere come Drøbak, Tønsberg e Sandefjord, ognuna con la propria ricca storia.
E lungo il percorso del fiordo di Oslo, ci sono diverse isole affascinanti che meritano una visita, da Hovedøya, famosa per il monastero medievale a Lindøya, conosciuta per le sue case di legno rosse e bianche fino alla penisola di Bygdøy, che ospita il Museo delle Navi Vikinghe, il Museo Fram e il Museo Norvegese di Storia Culturale.
In questo articolo vi racconto un po’ la mia crociera in giornata ma, visto che vi ho già dato tutte le info pratiche per organizzare un tour del fiordo di Oslo, stavolta mi concentro su cosa vedere, cosa fare e le attrazioni da non perdere!
Indice dei contenuti
Oslofjord, fiordo di Oslo: cosa vedere
Isola di Hovedoya
L’isola di Hovedoya nel fiordo di Oslo è uno spettacolo, uno degli scenari naturalistici più suggestivi che abbia visto finora. Hovedoya è l’isola più vicina al centro della città di Oslo e anche la più interessante e più bella di tutte le isole del fiordo con le sue colline rocciose, circondate da boschi e pascoli. Sull’isola di Hovedoya, apparentemente così selvaggia e disabitata, ho trovato diverse attrazioni interessanti e degli punti panoramici davvero spettacolari e imperdibili.
Innanzitutto come si arriva nell’isola di Hovedoya? Quando abbiamo viaggiato noi c’erano il traghetto numero 92 o 93 in partenza dal molo di Vippetangen e avevamo preso il traghetto numero 93 perché allo stesso prezzo porta in giro per il fiordo di Oslo e le altre isolette mentre Il traghetto numero 92 porta direttamente ad Hovedoya in soli cinque minuti. Dal 2015, 92 e 93 corrispondono a B2 E B3 e il nuovo molo scelto per la partenza dei battelli è Rådhusbrygge 4, raggiungibile a bordo del tram 12 con destinazione Aker brygge oppure con un bus verso City Hall.
Un consiglio per risparmiare: se, come me, non avete preso l’Oslo Pass, acquistate un biglietto della Ruter, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico cittadino. Il costo è davvero contenuto. Ad esempio, io ho preso quello giornaliero, valido 24 ore e con soli 90 NOK ho potuto prendere diversi autobus e traghetti e visitare diverse isolette, senza pagare altro. Ok, vi risparmio il calcolo: stiamo parlando di appena 10 euro!!! Non male per una città dove il caffè può costare anche 4,50 euro!
Ma torniamo al fiordo di Oslo e all’isola di Hovedoya. Non sappiamo bene cosa aspettarci ma immaginiamo di trovare un’isola come tante altre e, invece, si tratta di un vero e proprio villaggio con un porto, banche, alberi e panchine. Ci incamminiamo per la strada principale e, ad un certo punto, troviamo il primo cartello che ci aiuta a comprendere l’estensione dell’isola e le zone in cui è divisa. Proprio di fronte a noi sorge un capannone, usato in passato come deposito di polvere da sparo che prende il nome di Lavetthuset, ora utilizzato per mostre d’arte.
La mappa segnala che, a nord dell’isola, sorgono le rovine di un monastero cistercense, costruito dai monaci inglesi nel XII secolo, e accessori militari in ricordo del tempo in cui l’isola era presidiata e armata per proteggere il porto di Oslo. Il cartello indica anche un gran numero di sentieri per passeggiare ed i punti dove, in estate, è possibile fare il bagno, in particolare nelle spiagge di ghiaia sulla riva sud. In estate, di fronte alle rovine del monastero viene allestito un bar per acquistare drink o fare spuntini.

A proposito, piccolo suggerimento. Se andate sull’isola di Hovedoya in periodi diversi dai mesi estivi e contate di trascorrerci un paio d’ore o una mezza giornata (il tempo vola) portatevi qualcosa da mangiare perché quando sono andata ad Aprile il bar era ancora chiuso e non c’era nessun posto dove comprare anche solo una bottiglia d’acqua. Noi per fortuna avevamo qualcosa da bere ma stavamo dopo ore di cammino in un clima non ancora estivo la fame si è fatta sentire.
D’estate vanno di moda i barbecue ma, attenzione, perché sono ammessi solo in zone adibite, su ghiaia o sabbia che si trovano sulla spiaggia di fianco al prato e i falò sono vietati. Nonostante si presti al soggiorno in tenda, anche fare campeggio non è consentito sull’isola poiché Hovedoya, come molte altre isole, fiumi e laghi norvegesi, è considerata come un’area protetta. Anche per questo, a differenza di altre isole nel fiordo di Oslo, dove alcuni norvegesi si trasferiscono d’estate per qualche settimana o anche un weekend, sull’isola di Hovedoya non ci sono case estive.

Un altro punto interessante e molto panoramico è situato sulla punta occidentale dove si possono ammirare i cannoni risalenti al 1808 che un tempo difendevano la fortezza di Akershus. Da qui si può godere di una vista sul fiordo di Oslo davvero eccezionale, resa tale non solo dalla natura ma anche dalle piccole case colorate, dalle barche ormeggiate e dai traghetti che gentilmente solcano le sue acque. Un senso di pace inimmaginabile!

Vorrei potere restare qui… ma non è possibile. Il nostro traghetto sta per partire e dobbiamo tornare indietro. Ritrovare la strada non è difficile, però, perché la mappa di Hovedoya è presente in molti punti strategici dell’isola, riducendo al minimo il rischio di perdersi. Attenzione, i traghetti sono puntualissimi, quindi cercate di farvi trovare li in orario.
Isola di Gressholmen
Tre isole al prezzo di una: Gressholmen, Rambergøya e Heggholmen sono collegate da sentieri pedonali. Potrà prendere il sole e nuotare sulla costa orientale di Gressholmen o su quella meridionale di Rambergøya, e osservare gli uccelli acquatici che depongono le uova nella baia tra le 2 isole. Alla fine di un piccolo molo a Heggholmen potrà ammirare un romantico faro in legno. Il Gressholmen Kro café dagli anni Trenta serve drink, sandwich e spuntini, e in estate offre un menù speciale del giorno.
Isola di Langøyene
L’isola a forma di H, Langøyene, un tempo era composta da due isole collegate da una striscia di rifiuti. Oggi risulta difficile immaginare come quel cumulo di rifiuti abbia lasciato spazio a una foresta rigogliosa e verdeggiante. È l’unica isola nei pressi di Oslo a non essere una riserva naturale protetta e i turisti possono trascorrere la notte qui. Grazie alle leggi norvegesi che permettono di circolare liberamente, il campeggio è gratuito. Troverà anche una lunga spiaggia che si estende su una baia semicircolare. I servizi sono limitati, ma c’è un chiosco che vende birra e vino.
Penisola di Bygdoy
Tappa finale: la Penisola di Bygdoy. Non è un isola, appunto, ma una penisola tuttavia con lo stesso biglietto è possibile raggiungerla a brodo di uno dei traghetti pubblici. È una zona molto carina nei dintorni di Oslo, che vale la pena visitare. Qui sorgono le case più care della Norvegia, a detta di molti, e alcuni dei musei più belli di Oslo. Mentre salgo sull’ultimo traghetto penso a tutte le meraviglie di cui si sono riempiti i miei occhi quel giorno, meraviglie inaspettate, colori e profumi per me nuovi, che resteranno per sempre un ricordo indelebile del mio viaggio ad Oslo e del suo incredibile fiordo.