Due giorni ad Abu Dhabi sono sufficienti per visitare le attrazioni principali della capitale degli Emirati Arabi che, secondo me, è una tappa da inserire nell’itinerario se state andando a Dubai per una settimana. Noi per arrivarci abbiamo scelto di prendere un comodo (ed economico) bus pubblico che ci porta dalla stazione di Al Ghubaiba a Dubai a quella di Al Wahda ad Abu Dhabi in due ore spendendo 70 AED in due. Prima di partire mi ero documentata e avevo letto dappertutto che il biglietto singolo costava 25 AED.
Il prezzo è più o meno lo stesso con la differenza che è necessario acquistare una Nol card, una scheda elettronica ricaricabile direttamente alle stazioni della metro e valida su tutti i mezzi pubblici e può essere ricaricata. Ce ne sono quattro tipi, rossa, argento, oro e blu. A noi hanno dato la Silver che costa 20 AED ma include 14 AED (quindi, il bus ci deve essere costato qualche dirham in più). Per il ritorno da Abu Dhabi a Dubai, invece, esiste ancora il biglietto singolo al costo di 25 AED.
Il tempo di raggiungere l’hotel in taxi e di fare check in ed è già calato il buio per cui decidiamo di fare un giro di ricognizione nel quartiere e di camminare un po’ lungo la Corniche, simbolo di Abu Dabhi, una passeggiata vista mare che si estende per chilometri perfetta anche semplicemente per rilassarsi o mangiare qualcosa in uno dei graziosi ristoranti e ovviamente, avendo qualche ora a disposizione durante il giorno, stendersi in spiaggia al sole e regalarsi un bel bagno al mare.
La prima cosa che salta all’occhio in questo nostro primo approccio all’emirato di Abu Dhabi è che le distanze sono più ridotte rispetto a Dubai e che, quindi, per alcuni tratti è piacevole spostarsi a piedi per scoprire la città con i tanti negozietti che vendono pane e prodotti di pasticceria oppure tecnologia e oggetti per la casa e souvenir. E se da un lato ci sono pochi turisti, soprattutto pochi turisti occidentali (ne incrociamo max 3 o 4 in tutta la giornata), dall’altro troviamo la stessa quantità di macchine che sfrecciano a tutta velocità.
In molti casi si tratta di auto di lusso. Verrebbe da pensare che sono tutti ricchi da queste parti ma uno dei tassisti con cui parliamo ci svelerà che, spesso, ad Abu Dhabi queste auto di lusso sono le stesse concessionarie a farle girare per la città, quando le vendite sono in calo per attirare nuova clientela. Prima di rientrare in camera ci fermiamo a mangiare qualcosa al ristorante del nostro hotel dove servono un’ottima cena a buffet a 35 AED oppure 50 se non si è ospiti. Dopo cena, torniamo in camera e, prima di crollare dal sonno, pianifichiamo la giornata di domani.
Il secondo dei due giorni ad Abu Dhabi, ci svegliamo di buonora, andiamo a fare colazione e usciamo per prendere un taxi verso la Grand Mosque. Alle 11 inizia il tour e siamo in perfetto orario… se non fosse che il tassista prende tutt’altra direzione e non ha idea di che strada prendere, (nonostante ci dica di esserci stato lui stesso alla Moschea). Per fortuna ce ne accorgiamo in tempo e alle 11 siamo alla Moschea ma è comunque tardi perché c’è tanta gente e bisogna superare dei controlli di sicurezza nonché abbigliarsi adeguatamente (se non siete già equipaggiati all’interno forniscono quanto necessario).
Restiamo alla Moschea due ore e dire che sia bella non rende sufficientemente bene l’idea di quanto sia magica e suggestiva. Quel bianco quasi accecante e la sua imponenza mista ad eleganza che fanno della Grande Moschea Sheikh Zayed, la più grande degli Emirati Arabi e l’ottava più grande nel mondo, ci colpiscono dal primo momento che la vediamo, fin dall’auto! E dopo aver girato tra porticati e averne ammirato da vicino la magnificenza, ci togliamo le scarpe per entrare nella Prayer Mail Hall il cui interno accoglie il lampadario e il tappeto fatto a mano più grande del mondo.
Ah, per chi volesse approfondire la conoscenza della Moschea, oltre alla visita guidata, è disponibile un servizio di audioguida gratuito disponibile anche in italiano. È necessario avere con se il passaporto per ritirare le cuffie, però, quindi, ricordatevi di portarvelo se volete approfittarne. Usciamo dalla visita alla Moschea un po’ stanchi e accaldati (soprattutto io che indossavo l’abaya) ma molto emozionati da questa visita che vi consiglio di inserire nell’itinerario. Non si può non venire ad Abu Dhabi senza passare di qui.
Usciti dalla Moschea riprendiamo un taxi, stavolta con destinazione Marina Mall, il centro commerciale più famoso di Abu Dhabi e ne approfittiamo per mangiare qualcosa al food court al primo piano dove si trovano vari chioschetti che cucinano cibo fatto al momento di diverse cucine del mondo, cinese, indiana, italiana e ovviamente araba. Il Marina Mall dista meno di due chilometri da un’altra interessante attrazione di Abu Dhabi, l’Heritage Village che si può raggiungere anche a piedi.
Così, dopo esserci rifocillati ci mettiamo in marcia e arriviamo all’Heritage Village in 20 minuti . Qui, affacciato sulla spiaggia, si trova la ricostruzione dell’antico villaggio di Abu Dhabi prima del boom economico e c’è persino un assaggio di deserto con tanto di cammello e cammelliere. La nostra prossima è l’Emirates Palace che, pur sembrando vicino sulla mappa, è impossibile da raggiungere senza taxi per cui all’uscita ne prendiamo uno che ci accompagni (ed è stato l’unico taxi di tutto il viaggio a non avere acceso il tassametro con la scusa che non funzionasse).
Arriviamo al palazzo ma, ahimè, da fuori non si vede un bel niente solo un enorme cancello e tante piante. Non ci resta che entrare, quindi, ma veniamo fermati da un addetto alla sicurezza a causa delle scarpe indossate da mio marito. Eravamo consapevoli delle regole sull’abbigliamento (i bermuda non sono consentiti) perché ci eravamo informati su Internet ma sul divieto di indossare infradito non avevamo trovato niente. Che poi, chiariamo, quelle di mio marito non erano infradito da spiaggia ma di quelle carine per uscire.
Purtroppo, nulla da fare. Le nostre facce deluse non impietosiscono nessuno. Non ci avrebbero fatto entrare con quelle scarpe. Così, ci siamo allontanati, rassegnati all’idea di visitare questo hotel stellato. Comprare delle scarpe era impensabile perché non c’erano negozi nelle vicinanze e chissà quanto ci sarebbero costate ma anche andare in hotel, mettersele e tornare non era fattibile perché eravamo stanchi e con poco tempo a disposizione.
Tuttavia, prima di abbandonare definitivamente l’idea di entrare, decidiamo di tornare verso l’ingresso per leggere il cartello che spiegava i requisiti di ingresso che, essendo stati bloccati, non avevamo pensato di guardare e questa si rivela un’ottima decisione con un risvolto inaspettato. La guardia con cui avevamo parlato era andata via e la persona che aveva preso il suo posto senza che noi lo chiedessimo, ci invita ad entrare. Voi che avreste fatto?
Beh, noi ne abbiamo approfittato… e quando ci ricapitava di camminare in uno degli hotel a sette stelle più strabilianti (e più cari) del mondo. Certo, i primi minuti li abbiamo vissuti un po’ da “ricercati” però, una volta di fronte all’Emirates Palace, la sua atmosfera da mille e una notte ha messo in secondo piano ogni preoccupazione e ci siamo resi conto di quanto fosse sfarzoso ma raffinato al tempo stesso con quella doppia scalinata sontuosa spezzata da una fontana che di sera si illumina e illumina tutt’intorno. Ma il bello deve ancora venire…
Sgraniamo davvero gli occhi quando varchiamo la porta d’ingresso e veniamo accolti e salutati da un elegantissimo usciere. Non sappiamo dove guardare tanto è bello questo posto. Anche l’albero di Natale al centro di una delle prime sale che attraversiamo è meraviglioso. E fa un certo effetto pensare che al suo posto, nel 2010, veniva allestito l’albero di Natale più costoso del mondo. Questo comunque è di sicuro meno “ricco” ma ugualmente scintillante e scenografico. Andando sempre dritto dopo qualche minuto ci ritroviamo davanti a Le Café, il bar dell’Emirates Palace.
Qui ci si può rilassare e prendere qualcosa da bere. Non ci facciamo intimorire dallo stile e dal lusso dei suppellettili e dal look impeccabile del personale e prendiamo posto muovendoci con grazia tra le poltroncine i divanetti. Il menu è esattamente come lo aspettavamo, caro ma, ehi rischiavamo di non essere qui, bisognava festeggiare in qualche modo! Così ordiniamo due cioccolate calde al modico prezzo di 87 AED (22 euro) che ci vengono servite con un tradizionale dattero e un cioccolatino.
Dopo la cioccolata, lasciamo il bar e decidiamo di continuare la perlustrazione accompagnati da una bellissima performance musicale eseguita da un gruppo di talentuose giovani donne. Ci dispiace andare via, è tutto così bello ma le nostre gambe chiedono un time out. Prima di accontentarle, però, facciamo qualche altra foto e ci godiamo lo skyline di grattacieli colorati che si apre davanti a noi dopo essere usciti… semplicemente meraviglioso. Com’è meraviglioso anche l’Emirates Palace, ormai nella sua veste notturna, tutto finemente illuminato.
In conclusione, Abu Dhabi è una città interessante con tante cose da vedere e scoprire e ci è piaciuto tutto, dal cibo alle persone all’atmosfera. So che ci sono molti pareri contrastanti su questi luoghi e posso comprenderne i motivi. Tuttavia, il mondo è bello perché è vario e forse bisognerebbe visitare gli Emirati senza aspettarsi qualcosa in particolare, senza fare paragoni con altri paesi, cercando di apprezzare e divertirsi con quello che si trova e, soprattutto, vivendoli e gustandoli con calma, non rilegandoli alle ore di scalo tra un volo e l’altro.
Bellissimo racconto. Complimenti anche per le foto, non vedo l’ora di vedere tutto!
Ciao Marianna posso avere una tua mail x chiederti delle cose specifiche..purtroppo nn posso farlo ora sono al lavoro e nn ricordo il nome dell’hotel dove alloggerò ad abuDabi…grazie mille ottima spiegazione…ciao cecilia
Bell’articolo, Marianna……mi son anche divertito! Grazie!
Foto da 10 e lode…..very good!