Domus de janas in Sardegna

Domus de janas: le 5 più belle e particolari da visitare in Sardegna

Se siete appassionati di storia e archeologia o semplicemente siete curiosi di scoprire, in Sardegna, un mondo diverso da quello più turistico, del mare e delle spiagge, approfittatene per fare visita ad una domus de janas, uno dei simboli più importanti della Sardegna e un pezzo di storia di questo territorio di fondamentale importanza. Le Domus de Janas, espressione che in sardo significa “case delle fate“, sono tombe preistoriche scavate nella roccia, testimonianza della vita sull’isola dal Neolitico fino all’Età del Bronzo e se ne trovano diverse in tutta la regione, soprattutto a nord dell’isola. Per voi in questo articolo le 5 domus de janas più belle e particolari da visitare Sardegna!

Domus de janas: le 5 più belle e particolari da visitare in Sardegna

1. Domus di Sedini

Tra le domus de janas più belle e particolari della Sardegna non posso iniziare la mia lista da questa: la Domus de Janas di Sedini, comune della provincia di Sassari, conosciuta anche come “La Rocca” . Ho avuto modo di visitarla qualche anno fa e ne sono rimasta davvero affascinata. Pare si tratti della domus de Janas più grande della Sardegna, tanto da essere soprannominata la “cattedrale” di tutte le Domus de Janas dell’isola.

La sua origine risale al neolitico circa 3000 a. C. quando gli uomini preistorici decisero di utilizzare l’attuale borgo, situato su un promontorio roccioso, per costruire il loro villaggio. Nei documenti medievali il villaggio è chiamato con il nome di “Setin”, parola di origine semitica il cui significato probabilmente è legato alla posizione sopraelevata per poi trasformarsi in Sedini.

Al suo interno la Domus ospita l’interessante Museo delle Tradizioni Etnografiche dell’Anglona. Visitando il museo, scoprirete molte cose interessanti. Una di queste è che, oltre ad essere utilizzata come luogo di sepoltura, la Domus di Sedini ebbe scopi diversi, da quello di ripostiglio, a quello di stalla, di carcere e persino come abitazione in epoca più recente. Infine, rispetto alle altre domus che sorgono in luoghi abbastanza remoti, poi, questa si trova nel cuore del paese. Insomma da visitare assolutamente!

domus janas sedini

2. Roccia dell’Elefante

Un’altra tra le domus de janas più particolari della Sardegna è, poi, la Roccia dell’elefante di Castelsardo. Deve il suo nome allo studioso Edoardo Benetti che, nel 1914, per primo, ne ha associato la forma ad un elefante. Fino a quel momento, la roccia era conosciuta come “La pietra traforata”, Sa Pedra Pertunta in sardo. Al suo interno, infatti, si trovano due Domus de Janas di epoca neolitica, collegate tra loro attraverso dei fori. La Roccia dell’elefante si trova sulla statale 134 dell’Anglona, a 10 minuti da Castelsardo. Alta ben quattro metri e posta proprio a lato della carreggiata, è impossibile non vederla.

Ci sono capitata una mattina per caso mentre ero in viaggio a Castelsardo. Conoscevo benissimo questo monumento naturale così celebre per la sua importanza storica e archeologica ma non pensavo di ritrovarmelo davanti all’improvviso, al km 4,3 della statale che porta a Sedini. Qui è frequente trovare gruppetti di persone, turisti che percorrono il vialetto per raggiungere la Roccia dell’Elefante. Sì perché la roccia si trova proprio sul ciglio della strada!

Questa posizione particolare è dovuta ad un episodio singolare avvenuto durante la costruzione della strada statale. Alle origini la Roccia dell’Elefante era  parte del complesso roccioso del Monte Casteddazzu. La storia racconta che questa Pedra Pertunta, staccatasi dal monte, è precipitata a valle, posizionandosi dove si trova oggi. Per via del fenomeno erosivo avrebbe poi assunto, nel corso dei secoli, l’aspetto di un elefante primordiale con la proboscide rivolta verso la strada.

Nella roccia sono visibili due Domus de Janas, strutture sepolcrali preistoriche molto diffuse in Sardegna e costituite da tombe scavate nella roccia, risalenti alla I metà del III millennio a. C.. Mentre quella posta al piano superiore non è visitabile perché non ha via d’accesso attraverso la roccia, la tomba del piano inferiore è composta da quattro celle. Una di queste, in particolare, è caratterizzata dalla presenza di corna bovine (o taurine) scolpite nelle pareti.

Le corna, elemento ricorrente nelle Domus de Janas, hanno una precisa valenza rituale e in passato erano una componente essenziale di antiche cerimonie religiose. Probabilmente sono legate al concetto di rigenerazione, particolarmente sentito durante lo svolgimento dei riti funerari. Nella prima tomba sono anche presenti segni evidenti delle credenze funerarie della civiltà prenuragica, basate sull’idea di continuità tra vita e morte, mondo terreno e mondo ultraterreno.

Roccia_elefante_Castelsardo_domus_janas_sardegna

3. Domus de “S’incantu

Le domus de janas possono essere sia singole ed isolate che costruite una vicino all’altra formando delle vere e proprie necropoli. Tra queste ce n’è una, tra le più belle domus de janas della Sardegna, che nasconde una spettacolare sorpresa. Sto parlando della Necropoli di Monte Siseri, nel territorio di Putifigari, al confine tra Nurra Logudoro turritano che ospita una delle Domus de Janas più famose e belle di tutta la Sardegna: la domus de “s’incantu“, dell’incanto, così chiamata per via delle bellissime decorazioni presenti al suo interno.

La tomba dell’architettura dipinta risale a ben 5000 anni fa. Non è l’unica! Di domus scolpite o dipinte in tutta l’isola se ne contano più di 200 ma questa è sicuramente la più spettacolare. La scoperta della domus S’Incantu è databile tra Neolitico recente ed Eneolitico (3200-2600 a.C.) ed è stata portata alla luce nel 1989 dall’archeologo della Soprintendenza Giovanni Maria Demartis. La Necropoli comprende in totale 4 domus ma S’Incantu è l’unica visitabile.

Al suo interno conserva tutte le sue parti principali e comprende il dromos (corridoio) e più vani. L’aspetto che la rende veramente unica sono, però, le decorazioni caratteristiche dell’età prenuragica. Molto suggestivi anche i bassorilievi ed i dipinti, senza dimenticare le due porte finte, scolpite e pitturate di rosso, simboliche del viaggio dei morti verso dell’aldilà.

Insomma, un vero capolavoro dell’antichità che, bisogna ricordarlo, è stato costruito o meglio scavato a mano nella viva roccia, pezzo dopo pezzo. Anche per questo “S’incantu“non è solo il sito archeologico più importante di questa zona territorio comunale, ma forse anche quello in cui l’arte e l’architettura ipogea, ovvero la costruzione di ambienti totalmente o in gran parte sotto terra, di età neolitica ha raggiunto la sua massima espressione.

De s'incantu Domus de Janas Sardegna

4. Sant’Andrea Priu

Tra le domus più belle e grandi in Sardegna, la Necropoli di Sant’Andrea Priu, fuori dal paese di Bonorva, vi stupirà per dimensioni e stato di conservazione e anche per la sua storia, tassello importantissimo del passato più affascinante dell’isola. Qui, infatti, popoli, lingue e culture hanno lasciato il segno del loro passaggio nel corso dei secoli. Questa necropoli comprende una ventina di domus de janas ma sono due, in particolare, quelle più famose: “Tomba del Capo” e “Tomba a camera”.

La “Tomba del Capo” è la più grande tra le domus de janas di questa necropoli, è composta da ben 18 ambienti, disposti intorni a due vani centrali ed è considerata una delle sepolture ipogeiche più grandi del bacino del Mediterraneo. Oltre agli ambienti da visitare, è possibile ammirare alcune pitture murali, alcune di color ocra, il colore utilizzato per l’uso sacro nonché alcuni frammenti di affreschi di epoca romana.

C’è da dire che questa tomba non fu utilizzata solo come tomba ma fu trasformata in chiesa, prima bizantina e poi cristiana e durante il suo periodo benedettino, fu abbellita con la realizzazione di uno splendido ciclo di affreschi in cui compaiono scene del Nuovo Testamento che vanno dall’Annunciazione alla Nascita di Gesù ecc. Al centro di una parete il Cristo in trono, contornato dai quattro evangelisti, leva la mano benedicente. Vi sembrerà di essere in una delle meravigliose chiese rupestri di Matera. Un vero spettacolo!

L’altra tomba è la “Tomba a Camera”, così chiamata per la sua disposizione che assomiglia tanto a quella di una camera, o meno di una capanna, l’ambiente in cui i nostri antenati trascorrevano la loro quotidianità. La visita alla Necropoli, però, non può dirsi completa senza ammirarne il suo “Toro Sacro”, una particolare pietra a forma taurina sulla quale circolano le interpretazioni più disparate. Resta il fatto che la figura del toro nell’era prenuragica era importantissimo, simbolo di potenza e virilità e secondo solo alla Dea madre.

Sant’Andrea Priu Domus de Janas Sardegna

5. Anghelu Ruju

E come non parlare di Angelo Ruju, probabilmente la necropoli più famosa e anche uno dei più importanti siti archeologici della Sardegna nonché la più estesa tra quelle di età preistorica presenti nella Sardegna settentrionale. É costituita da 38 complessi tombali scavati nella roccia di arenaria calcarea. Fate attenzione alle pareti delle tombe: quasi tutte presentano delle incisioni e finte porte scolpite che rappresentano il collegamento con l’aldilà.

Si può visitare con un biglietto cumulativo di 6€ insieme al sito di Palmavera, poco distante e al costo di 3 euro è possibile noleggiare l’audioguida per avere avere descrizioni dettagliate di ciò che vedete nel sito. Ma da dove deriva il nome dato alla necropoli? Semplice quanto interessante! Anghelu Ruju era il nome del proprietario della tenuta, dove il sito archeologico è stato scoperto nel 1903, oggi corrispondente all’area della azienda vinicola di Sella&Mosca

Durante la fase iniziale degli scavi avvenuti per costruire una casa colonica, sono stati trovati un vaso tripode e un cranio umano. Tutti gli altri reperti, recuperati in un secondo momento, hanno permesso agli studiosi di inserire la necropoli nel periodo del Neolitico finale, la cosiddetta “Cultura di Ozieri“, una cultura prenuragica databile in un arco temporale che va dal 3200 al 2800 a.C.

Insomma, la necropoli di Anghelu Ruju con i suoi 5000 anni di storia e civiltà ha un’enorme importanza per i sardi e nella storia della Sardegna per cui, se ne avete la possibilità, inseritela nel vostro itinerario di viaggio. Vi segnalo che tutti i rinvenimenti e i corredi recuperati sono visibili attualmente presso il Museo Sanna di Sassari e dimostrano testimoniano la lunga vita della necropoli, memoria della Sardegna preistorica 

Necropoli Anghelu Ruju nuraghe Sardegna

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