Anversa si trova nel Belgio settentrionale e a pochi chilometri dal confine con l’Olanda. Si può raggiungere questa città di circa 500.000 abitanti comodamente in aereo atterrando a Bruxelles oppure in treno con collegamenti da tutta Europa, oltre che ovviamente in auto. Volando da Madrid all’aeroporto Internazionale di Bruxelles ho poi preso un pullman che una volta all’ora collega la capitale belga con la Stazione Centrale di Anversa in 45 minuti di viaggio.
La famosa Centraal Station sorge appena davanti al terminal principale da dove partono gli autobus ed i tram locali ed è situata ad est rispetto al centro storico. Considerata come una delle stazioni ferroviarie più belle del mondo, è sicuramente l’attrazione più conosciuta della città. Se l’edificio appare stupendo già dall’esterno, sono anche gli interni a meritare senza dubbio una visita per ammirare ad esempio la storica cupola che sovrasta l’ingresso rivolto sulla piazza del terminal degli autobus, mentre dal lato opposto si può fotografare l’atrio moderno.
La stazione, realizzata tra il 1895 ed il 1905, è opera dell’ingegnere Auguste Lambeau e progettata dall’architetto Delacenserie: una curiosità riguarda il fatto che la struttura interna si divide in 3 livelli con binari e negozi (di cui solo una trentina vendono diamanti). Terminata la visita dentro l’edificio esco fuori per portarmi verso il centro attraversando Meir, il quartiere dove si concentra lo shopping e perciò sempre affollato dagli abitanti e dai turisti approfittando del fatto che la via è pedonale (sarebbe meglio dire ciclabile data la tanta gente che si sposta in bicicletta!).
Vi arrivo passando per Leystrasse dopo aver visto la statua dedicata al pittore David Teniers, posta proprio dove inzia la strada pedonale. Sono a poche centinaia di metri dal centro storico della cittadina belga e ammiro Groenplaats, (che tradotto significa Piazza Verde), importante luogo storico e di richiamo per i giovani artisti che si radunano nei vari Caffè letterari e nei numerosi bar e ristoranti che circondano la piazza. Da menzionare il Boerentoren, attuale sede della Kredietbank, un antico palazzo in stile Art Deco. Invece al centro di Groenplaats si può ammirare il monumento dedicato al pittore fiammingo Pieter Paul Rubens.
Dietro alla piazza e prossima meta del mio percorso c’è la Cattedrale della Nostra Signora di Anversa, il luogo di culto più importante per i cattolici della città. Questo edificio in stile gotico è anche il più grande di tutto il Belgio ed è stato inserito nella lista dei beni del Patrimonio dell’Umanità UNESCO per via del suo campanile, considerato la torre più alta del Paese e tra le primissime in tutta Europa. Per poterlo fotografare da davanti consiglio di camminare fino al piccolo spiazzo in fronte alla chiesa: tuttavia, date le sue dimensioni, farlo stare intero nella fotografia è impresa piuttosto ardua.
Desisto dal visitare internamente la Cattedrale perché ho poco tempo a disposizione e ci stiamo avvicinando al tramonto per cui voglio vedere ancora alcune attrazioni con la luce giusta. Fortunatamente ciò è possibile facilmente poiché infatti il centro di Anversa è piccolino per cui le distanze sono molto ravvicinate. Difatti impiego un paio di minuti per arrivare a Grote Markt, la piazza principale su cui sorgono diversi edifici storici. Il primo è quello delle Gilde e Corporazioni e dei Mestieri, copia di quelli originali purtroppo andati perduti in occasione dell’incendio che ha colpito Anversa nel 1576.
La sua costruzione fu ultimata nel 1568 aggiungendo fregi, stemmi e statue nella parte centrale, oltre all’immagine dell’aquila che guarda verso Aquisgrana, all’epoca la capitale del Sacro Romano Impero. Purtroppo l’incendio del 1576 colpì pure il Municipio che pertanto venne ristrutturato tre anni dopo. Sulla piazza si trovava la statua dedicata a Brabo (simbolo di Anversa) sostituita in seguito nel 1587 da una della Maria Vergine su ordine dei Gesuiti.
Dopo aver visitato le attrazioni principali di Anversa, esco dal Grote Markt per raggiungere l’ultima meta che mi ero prefissato, ossia il castello medievale Het Steen, che sorge sul fiume Schelda, distante poche decine di metri dalla piazza principale. Fu realizzato tra il 1200 ed il 1225 e ristrutturato successivamente nel XVI° secolo. Nel corso delle varie epoche storiche è stato utilizzato per diversi scopi e principalmente è servito come prigione. Ci sono un paio di elementi curiosi che caratterizzano il castello e che meritano di essere osservati.
Il primo è situato appena di fronte all’entrata e sto parlando del monumento con un gigante, Druon Antigoon ed il soldato romano Silvius Brabo. Una leggenda racconta che il mostro abitualmente chiedesse un pedaggio alle persone che volevano attraversare il fiume Schelda, tagliando le mani dei malcapitati che non avevano il denaro sufficiente per poi gettarle nel fiume. L’usanza si ripetè anche con Silvius, il quale però sfidò Druon e lo battè infliggendogli la stessa sorte ponendo così fine agli incubi degli abitanti. Non a caso lo stemma di Anversa deriva proprio da questa vicenda ed infatti rappresenta due mani; infine, il suo stesso nome Antwerpen tradotto dall’olandese significa “gettare una mano”.
Il secondo elemento interessante è visibile all’ingresso della ex fortezza, situato appena sopra l’arco: si tratta di un bassorilievo di Semini, la divinità scandinava simbolo della gioventù e della fertilità. Difatti nella scultura originale c’era raffigurata anche la forma fallica, in seguito rimossa dai Gesuiti. Ciò nonostante il Dio è sempre stato venerato dai locali al punto che si facevano soprannominare i “figli di Semini”. Il suo culto sembra proseguire anche ai giorni nostri visto che esiste un’associazione chiamata AKSIE (Anversa Komitee Semini in Ere), costituita nel 1986 per la conservazione del patrimonio storico-culturale di Het Steen e della divinità nordica organizzando diverse celebrazioni.
Entro nell’edificio (anche se le stanze interne sono chiuse) dirigendomi dal lato opposto per raggiungere la passeggiata che costeggia il fiume decidendo infine di godermi il tramonto seduto su una delle panchine lungo la strada. Sono circa le 18 e visto che alle 21 inizia lo spettacolo al Palazzetto dello Sport è l’ora giusta per tornare indietro e andare a cenare: percorro la stessa strada approfittandone per fare qualche scatto fotografico in notturna. Giungo alla Centraal Station (da dove avevo iniziato la visita il pomeriggio) e da lì al terminal degli autobus e tram dove, sebbene con qualche difficoltà iniziale, trovo quello che mi porterà esattamente davanti alla sede dell’evento.
Tuttavia sono anche dispiaciuto perché avrei voluto godermi Anversa con più calma ed avere tempo così per perdermi tra le sue vie a “spiare” usi ed abitudini dei suoi abitanti e per vivere l’atmosfera “nordica” del paese, soprattutto adesso che sono abituato a quella madrileña, sicuramente di tutt’altro genere. Non me lo aspettavo ma Anversa mi è piaciuta davvero tanto (a discapito delle sue dimensioni) e senza dubbio l’ho preferita a Bruxelles perché l’ho trovata “colorata”, caratteristica ed accogliente, tre elementi che purtroppo non ho riscontrato nella capitale belga.
di Stefano Bagnasco