Nel meraviglioso paese della mente voglio essere libera come chiunque altro.
Hellen Keller
“Nel meraviglioso paese della mente voglio essere libera come chiunque altro” scriveva Hellen Keller. La libertà di vivere fino in fondo la propria vita. Esiste, invece, una paura grande ma così intensa che blocca la vita, che impedisce di sperimentarsi nel mondo, di buttarsi nella vita. E poi ci sono piccole paure che diventano enormi montagne da scalare che come sgambetti ci fanno cadere nella vita quotidiana,
E’ la paura. E’ l’ansia. Ma non quella di uno studente che deve affrontare un esame ma qualcosa che ti soffoca, più profonda, più intensa. Che paralizza. Si chiama attacco di panico, sono 15-30 minuti di angoscia e terrore, quasi come morire. Una sensazione così forte che si ha paura che ritorni di nuovo. E’ un nemico dell’anima. Un demone interiore che non vuole vederci felici, è un disagio che paralizza la nostra vita.
Non c’è una situazione esterna che li innesca, emergono così dal nostro io più profondo. I sintomi sono difficoltà respiratorie, paura di morire o impazzire, tachicardia, sudorazione, dolori al petto, vertigini, tremori, brividi o vampate di calore, formicolio alle mani, al viso, ai piedi o alla bocca, rossore al viso, terrore e angoscia, pianto improvviso e incontrollabile, disturbi addominali.
L’unico modo per non farci bloccare la vita è affrontarli. La prima cosa da fare quando compare un attacco di panico è mettersi comodi, ad esempio levarsi la cintura in auto, o slacciarsi una camicia e respirare regolarmente. Massaggiare la parte le parti del corpo coinvolte ad esempio il viso. La cosa importante è lasciarsi andare all’attacco di panico.
Non bisogna combatterlo ma attendere che diminuisca d’intensità sino a riprendere il controllo, anzi non vergognarsi di eventuali comportamenti liberatori dopo. Perché l’attacco di panico è un’eccesso di energia che vuole uscire dal nostro corpo. Se si vuole viaggiare in questo viaggio chiamato vita, bisogna necessariamente attraversare il panico per vedere nuovi e più vasti orizzonti.
di Federica Scorpo