Ricordi di Lago Patria: con mio padre nella villa di Scipione l’Africano

Sono cresciuta a Lago Patria, una frazione del comune di Giugliano a nord di Napoli, un luogo relativamente giovane, potenzialmente fatato, una lingua di terra tra il mare e il lago. A Sud, il Vesuvio ci osserva severo, ad est l’appenino casertano sembra non perderci d’occhio. Nelle limpide giornate d’inverno, dalla terrazza di casa, il mio sguardo parte in lontananza…

….dalle cime delle vette visibilmente innevate, passando per la quiete del lago, per il verde della lunghissima e fitta pineta a ridosso del mare e plana poi sui mille colori del Mediterraneo d’inverno; è il caso di dire che la natura è stata davvero generosa con Lago Patria Ma si sa, spesso le aspettative di una florida crescita possono essere disattese da una cattiva gestione politica, dall’abuso edilizio, dalla criminalità, ciò che la natura a volte ci rende, l’uomo distrugge.

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Da piccoli però il luogo in cui si vive è sempre il preferito in assoluto e gli occhi dei bambini sono dei filtri naturali in grado di selezionare solo il bello. E come tutte le cose, le più belle sono forse quelle sconosciute ai più, come l’ultima dimora di Publio Cornelio Scipione l’Africano, il quale, dopo una vita da condottiero e uomo politico a Roma, deluso dalla sua città, scelse di andare in esilio volontario e trascorrere proprio a Lago Patria i suoi ultimi giorni.

A 150mt da casa mia, a ridosso della strada principale, c’è una traversa alquanto anonima, alla fine della quale uno slargo accoglieva, in un tempo così lontano per noi da poter essere considerato leggenda, la dimora di Scipione L’Africano, elegante come solo le ville romane potevano essere. Quand’ero piccola, mio padre mi portava sempre a passeggiare tra le rovine di questa maestosa abitazione, all’epoca neanche riconosciuta come sito archeologico e quindi, di libero accesso.

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Tra colonne che avevano smesso da tempo di sorreggere soffitti abilmente affrescati e capitelli sparsi qua e là, mi lasciavo incantare dai racconti delle valorose gesta di questo condottiero. Sulla tomba, Scipione fece incidere la frase – Ingrata Patria, non avrai le mie spoglie– da ciò che nel corso dei secoli restò leggibile di questa frase (Patria) e dal lago adiacente, derivò poi il nome stesso del mio paese.

Questo è il mio piccolo luogo segreto, è paradossale, lo so, un luogo segreto sotto il naso di tutti, ma la vita scorre troppo velocemente perché il resto del mondo si soffermi ad osservare. Sebbene in trent’anni le abitazioni si siano moltiplicate ed abbiano circondato questa villa, tutte le volte che vi torno, sembra cali un silenzio irreale, “il moderno” scompare e resta una piccola me a spasso per queste rovine, mano nella mano con mio padre e poco più in là a Scipione l’Africano.

2 commenti su “Ricordi di Lago Patria: con mio padre nella villa di Scipione l’Africano”

  1. E’ una bellissima storia, di un vissuto schietto e reale, dove i sentimenti insieme ai ricordi dell’infanzia e del Lago, si riuniscono e fanno emozionare chi legge. Complimenti per la tenera e toccante storia, ma anche per averci informato su Scipione L’Africano 😉

    1. Grazie Renato, mai commento poteva essere più gradito, è una storia che avevo nel cuore e mi è scivolata nella penna e mi fa davvero piacere che sia stata apprezzata; spero di poter riproporre quanto prima altre storie ugualmente emozionanti.
      Maria

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