Martin Luther King è stato un pastore protestante, politico, attivista statunitense e leader dei diritti civili. Il suo nome viene accostato a quello di Gandhi, il leader della non violenza della cui opera King è stato un appassionato studioso. Martin Luther King, in compagnia di altri attivisti della comunità afroamericana, fondò il Southern Christian Leadership Conference.
Il loro obiettivo era quello di dare un’autorità di riferimento al movimento per i diritti. La SCLC riesce a riunire e dare una forma precisa al movimento dei vari gruppi di neri che avevano come unico riferimento le singole parrocchie della città. Questa foto viene scattata nel mese di Agosto del 1963, quando Martin Luther King pronunciò il suo famoso discorso “I have a dream”, al Lincoln Memorial di Washington, davanti a circa 300.000 manifestanti.
Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho un sogno, oggi!”
Martin Luther King era diventato un punto di riferimento per un’intera comunità, la sua notorietà era in costante crescita ed era ormai il simbolo indiscutibile della lotta per i diritti civili. Proprio per questo l’America bianca, bigotta e conservatrice aveva paura di lui ed era il bersaglio di minacce d’ogni genere. Il 30 giugno di quello stesso anno un attentato dinamitardo gli distrugge la casa, senza conseguenze per la famiglia. I suoi oppositori, però, erano determinati.
Il 4 aprile 1968 a Memphis, Tennessee, all’indomani del suo ultimo sermone, Martin Luther King venne ucciso da un colpo di fucile di grosso calibro. Il suo assassino, James Earl Ray, fu arrestato due mesi dopo ma l’uomo, dopo l’iniziale confessione, smentisce il suo coinvolgimento parlando di un complotto contro King. L’omicidio fa divampare la rabbia della comunità nera dando vita ad una rivolta in tutti i ghetti d’America. La lotta per i diritti civili non era finito. Lui era morto. Ma non il suo sogno.
In quel suo sermone Martin Luther King Jr. diceva:
“Non so ora che cosa accadrà. Abbiamo dei giorni difficili davanti a noi. Ma ora non importa. Perché sono stato sulla cima della montagna. E non mi interessa.
Come tutti, vorrei vivere una lunga vita. La longevità è importante. Ma non sono preoccupato di questo adesso. Voglio solo fare il volere di Dio. E Dio mi ha permesso di salire sulla montagna.
E di là ho guardato. E ho visto la Terra Promessa. Forse non ci arriverò insieme a voi. Ma voglio che questa sera voi sappiate che noi, come popolo, arriveremo alla Terra Promessa.
E questa sera sono felice. Non ho paura di nulla. Non ho paura di alcun uomo. I miei occhi hanno visto la gloria della venuta del Signore”.