Errori e disavventure in viaggio: anche i travel blogger sbagliano

Chi non ha mai sbagliato una prenotazione o calcolato male i tempi rischiando di perdere (o perdendo) aerei, treni e bus in un città straniera? Gli errori di viaggio ci accomunano tutti: turisti, viaggiatori e perfino travel blogger che, di solito, hanno la mania di mettere tutto per iscritto e difficilmente si lasciano sfuggire qualcosa. Ma non in questi casi, dimostrazione che: errare è umano e anche i travel blogger sbagliano.

1. Occhio alle prenotazioni

Giovanissima e con in mente tutti i sogni del mondo. Prima vera vacanza estiva e alle prime armi con le prenotazioni. Destinazione: Sardegna, Costa Smeralda! Pochi soldi, sistemazione senza stelle. Ricordo bene, settimana centrale di Agosto, Olbia, camera matrimoniale 20.000,00 lire. Non ero stata brava a trovare l’affare dell’estate ma semplicemente era un “hotel” non più in uso, con tanto di pulizie fai da te, pannelli solari vecchissimi e quindi niente acqua calda!

Felicissima, non avrei potuto permettermi niente di diverso! La sera prima della partenza tutto pronto, il cuore batteva forte.. molto forte, soprattutto quando mi sono accorta che la prenotazione della nave l’avevo fatta al contrario, l’andata prenotata dalla Sardegna all’Italia e il ritorno dall’Italia alla Sardegna! La tariffa promozionale non era rimborsabile e quindi tra un battito di cuore e l’altro, ho prenotato due nuovi biglietti per il giorno dopo!! Che l’avventura abbia inizio!

Luisa Leali

2. Noleggio auto, no grazie

Piu che un errore di viaggio è una disavventura fantozziana che mi ha fatto desistere dal noleggiare auto nelle vacanze successive. Aeroporto di Málaga, luglio 2011. Ritiriamo la macchina e procediamo in direzione Nerja. Sosta in un’area di servizio all’ingresso della città per cercare sulla mappa la via con il nostro hostal. Ripartiamo ma rimaniamo con le “chiavi in mano”, nel senso che la chiave resta incastrata nel meccanismo di accensione mentre il portachiavi è nella mano del mio amico: panico! Nonosante ciò riusciamo a ripartire e raggiungiamo il centro di Nerja, dove dobbiamo fermarci un’altra volta.

Vorremmo rimetterci in marcia, ma la macchina non vuole partire e si accende la spia della batteria: panico (parte seconda)! L’assicurazione ci copre e ciò rassicura un minimo, fermiamo una pattuglia della polizia che suggerisce di chiamare il noleggio. Nel frattempo arriva il padre della ragazza di un mio amico che soggiorna lì e ci dice che le chiavi nuove hanno un meccanismo che in casi così fa fermare la macchina dopo una trentina di km, per motivi di “sicurezza”. Ci aiuta a togliere la chiave, costruiamo un portachiavi provvisorio e l’auto riparte.” Un inizio di vacanza indimenticabile… mai più!

Stefano Bagnasco

3. Salento: mai più ad Agosto!

Posti incredibilmente stupendi, ma non torneremo mai più ad Agosto! A fine Agosto 2014 siamo stati nella zona di Porto Cesareo, per l’esattezza nell’entroterra per evitare la calca. Abbiamo scelto la fine di agosto per differenti motivi, tra cui un matrimonio in Puglia e l’idea (errata) che a fine Agosto ci fosse meno gente. Ovunque si andava in spiaggia, quasi non si vedeva il mare e per chi, come noi, è abituato a posti tendenzialmente liberi, spaziosi e tranquilli, si è rivelato un calvario trovare un posto per il telo, figuriamoci per l’ombrellone ed il parcheggio!

Unico posto che abbiamo considerato più a nostra portata è stato Porto Selvaggio, un posto fuori mano perché scomodo da raggiungere e non ideale a bambini ed anziani per le rocce e la scomodità dell’arrivarci. Seppur pieno, li siamo riusciti a trovare il nostro angolino di paradiso! Conclusione: per chi cerca spiagge tranquille il Salento ad Agosto non è proprio l’ideale.

Alessandra Prevosti

4. Your flight was yesterday

Di errori ne ho commessi abbastanza, alcuni lievi altri un po più pesanti, ma nonostante tutto è grazie a loro che si impara. L’ultimo in ordine cronologico è stato in Grecia, isola di Kos. Il volo di ritorno era previsto in un orario un pò insolito, 00:15 del giorno 5 settembre del 2014. Ci rechiamo in aeroporto per il check-in e consegna bagagli, ma riceviamo dall’hostess testuali parole: “Your flight was yesterday“;

In un primo momento mi cade il mondo addosso, più che altro ero in ansia per i miei amici, dato che ero l’organizzatore del viaggio. Nell’attimo successivo, una lunga risata smorza gli animi di tutti. Per questo inconsapevole errore non sono rimasto per niente pentito, dal momento in cui il nostro soggiorno sull’isola si è prolungato di ulteriori 4 giorni.

Fabio Sansone

5. 40 minuti di gelo

Durante i primi mesi del mio soggiorno in Svezia, ho deciso di prendere l’autobus per andare a fare la spesa in un supermercato più grande che stava fuori città. Ignoravo che quello che mi avevano consigliato era in realtà un altro punto vendita ma molto più vicino. Presi l’autobus e dopo un sacco di tempo scesi alla fermata del supermercato, perplessa perchè mi avevano detto essere tutto sommato vicino. Per fortuna mi è venuto in mente di accertarmi di avere il bus al ritorno! L’orario era cortissimo, l’ultima corsa, forse, era di lì a mezz’ora e poi basta.

Non sarei mai riuscita a riprendere il bus per tornare. sarei rimasta bloccata nel niente, al gelo, a peidi. Forse avrei dovuto sperare in un passaggio da sconosciuti. Non era una bella prospettiva. Ero lì da poco e tutto era estraneo e freddo. Così, dopo un bel 40 minuti di andata, me ne sono fatti altri 40 ad attendere il bus del ritorno, senza aver fatto la spesa, in piedi accanto alla fermata con i piedi congelati e l’umore a terra per quell’idiozia, mentre faceva sempre più buio.

Arrivato il bus, c’era lo stesso conducente dell’andata, un signore pakistano che parlava un divertente svedese con accento orientale, che era sorpreso di rivedermi. Vedendomi a terra e in lacrime, ed essendo l’unica passeggera, mi ha abbonato il biglietto che non avevo e si è messo a parlare, chiedendomi di me e raccontandomi della sua famiglia. Mi ha decisamente sollevato il morale, anche se non mi sono sentita meno stupida, ma in una città che a quel tempo era ancora fredda e sconosciuta, mi ha fatto sentire un po’ di calore umano. Tempo dopo l’ho rivisto su un altro bus, e ci siamo salutati. E anche dopo aver comprato la bici, mi è capitato di vederlo guidare e sorridere.

Selena Magni

Questi sono i nostri errori di viaggio! Quali sono i vostri?

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