La “vera” Dubai oltre lo stereotipo del lusso e dei grattacieli

Non riesco ancora ad essere oggettiva rispetto a quanto visto e vissuto in questi ultimi giorni… provo ancora una forte emozione! Dubai è stata uno dei viaggi più belli della mia vita perché oltre ad essere per la prima volta al caldo in inverno e soprattutto a Natale ho avuto la possibilità di vedere da vicino e di conoscere meglio la cultura araba come non avevo mai fatto prima. E in un momento storico come il nostro credo sia molto importante scoprire o meglio riscoprire proprio quello che ci fa più paura.

Gli Emirati Arabi sono un paese abbastanza sicuro per cui visitarli è possibile senza alcun problema diversamente da altri paesi arabi più conservatori e anche se molti credono che Dubai sia solo lusso sfrenato, grattacieli e centri commerciali vi assicuro che offre anche tanta tradizione e tanta storia, ovviamente per chi vuole e sa cercare e questo vale per le destinazioni di tutti i nostri viaggi. Se andiamo solo verso luoghi e attrazioni più famose conosceremo il lato più “esuberante” di un posto che è, però, anche quello più turistico e, forse, meno autentico.

Perché è proprio lontano da questi itinerari più turistici (che meritano comunque di essere visitati, per carità) c’è un mondo fatto di cose e persone normali che non si riconosce in quello sfarzoso ed eccessivo per cui Dubai e gli Emirati sono solitamente conosciuti. Tra i souk, i quartieri storici di Deira e Bur Dubai, le spiagge frequentate dai locali e le periferie affollate da indiani, cinesi,  pakistani si respira un’aria diversa che sembra essere lontana anni luce da quella sfavillante delle zone più alla moda come Downtown o Marina.

Viaggiando oltre gli stereotipi, ad esempio, si scopre che non è tutto oro ciò che luccica o meglio che quest’oro nasconde un mercato del lavoro senza regole che costringe gli immigrati provenienti dall’Asia più povera ad accettare condizioni contrattuali disumane pur di guadagnare qualcosa e crearsi un futuro migliore, lontano dai loro paesi in guerra o politicamente instabili. Dopotutto, i cittadini emiratini rappresentano solo il 12% della popolazione e non hanno di certo bisogno di lavorare, senza contare i numerosi privilegi di cui beneficiano.

Ed è guardando oltre l’apparente modernità che diventa facile imbattersi anche in alcuni aspetti della religione e della cultura araba che pur lasciando qualche perplessità soprattutto a noi occidentali, ci consentono una maggior penetrazione nella vita sociale di Dubai.  Non vi nego che vedere così tante donne indossare niqab e abaya fa un certo effetto come pure fa un certo effetto vedere così tanti uomini camminare per la strada lanciando occhiate continuamente alle donne occidentali “più svestite”.

Tutto questo suscita delle riflessioni non proprio positive perché Dubai ci sbatte in faccia una realtà piena di evidenti contraddizioni per niente o poco comprensibili che, però, non dovrebbe renderci giudicanti nei confronti dell’intero sistema paese. Certo, avere un’opinione in merito a ciò che vediamo e sentiamo credo sia sacrosanto ma avere un’opinione negativa su una città o sulle persone che ci vivono solo sulla base di tali contraddizioni sociali e religiose è sbagliato.

Durante la nostra settimana tra Dubai e Abu Dhabi ci siamo confrontati con diversi immigrati che, nonostante tutto, ci hanno parlato di Dubai come di una Grande Mela, ricca di opportunità per chi ha voglia di lavorare e di migliorare la propria situazione. Così pure abbiamo avuto a che fare con tanti arabi e musulmani e li abbiamo visti chiudere in fretta e furia i loro negozi perché era ora di andare alla moschea, li abbiamo visti pregare, li abbiamo visti sorridere e divertirsi tra amici e con le loro famiglie, esattamente come faremmo noi.

So che c’è tanto male nel mondo in questo momento ma viaggiare ti consente di ascoltare più campane, di assistere a dei piccoli miracoli e di capire che possiamo essere diversi in tante cose ma questo non vuol dire essere incapaci di amare. Un musulmano che abbiamo conosciuto un giorno ci ha detto : “cosa vuol dire religione in fondo? Qual è il messaggio? Per me Amore“. E sono bastate queste parole e il modo sincero con cui le ha pronunciate per farmelo sentire più uguale a me di tanti altri che lo sono solo in apparenza. 

UPDATE: tutto quello che c’è da sapere su Dubai prima di partire, lo trovate qui: “10 cose da sapere su Dubai

2 commenti su “La “vera” Dubai oltre lo stereotipo del lusso e dei grattacieli”

  1. Ho avuto anche io la stessa impressione. Dubai ha una base di gente che lavora e che fa muovere tutto quel circo finto e luccicante. Vedi le fontane danzare e non pensi a quante persone siano impiegate per tenerle efficienti e luminose. E quante persone hanno lavorato per costruire i grandi hotel come il Vela o l’Atlantis? Ho sempre pensato che un paese sia fatto dalle persone e dalla loro cultura. E prima dei negozi di lusso, anche io ho cercato la verità di questa città

    1. Marianna Norillo

      Esatto, c’è un “dietro le quinte” prima del “palcoscenico” che tutti vediamo e l’impressione che ho avuto oltre i soliti stereotipi e luoghi comuni non è certo quella di è un mondo perfetto. Dietro quelle luci si nascondono anche molte ombre ma sta a noi decidere se vedere solo le luci, solo le ombre o, più equilibratamente, entrambe le cose.

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