Turismo guerra nuovo business avanza

Turismo di guerra: il nuovo business che avanza

Il turismo di guerra non è più una novità ma, anzi, un fenomeno in crescita esponenziale. Dimenticatevi i musei sulle armi e le munizioni, mostre sulla Grande Guerra, parate militari ed eventi a tema. Il turismo di guerra vanta già centinaia di appassionati in tutto il mondo e diversi tour operator dedicati che organizzano viaggi nelle zone di conflitto, a un passo da trincee e barricate. 

Uno degli ultimi “tour” di questo tipo, è stato quello proposto da alcune agenzie di viaggio ucraine che propongono gite per turisti sui luoghi dei combattimenti della guerra civile,  scoppiata nell’aprile 2014 tra filo-russi ed anti-separatisti, che ha provocato numerosi scontri ed episodi di violenza  nell’Ucraina Orientale e Meridionale che finora ha causato almeno 30mila tra vittime e feriti.

Si tratta di zone di guerra a “a basso rischio” chiaramente ma comunque i turisti vengono  dotati di giubbotti antiproiettile e condotti in queste aree a bordo di veicoli blindati da dove possono vedere veicoli esplosi, ponti distrutti ed edifici bombardati. E dato che non ci sono negozi di souvenir, i turisti per ricordo si portano a casa proiettili e schegge di bombe. Altro che penne e calamite!

Ma le agenzie di viaggio ucraine hanno parecchi competitor nel settore del turismo di guerra, dalla War Zone Tour, una delle più antiche agenzie di viaggi di che fin dal 1993 porta i suoi clienti in Iraq, Sudan, Somalia alla Political Tours, che organizza pacchetti su misura in Libia, Corea del Nord, Israele e Palestina fino al pacchetto La Grecia e l’euro, che bypassando spiagge, mare e natura conduce i turisti tra gli sfasci della crisi economica.

Il fenomeno del turismo di guerra non riceve molti consensi dall’opinione pubblica, convinta che la guerra non dovrebbe essere un qualcosa su cui lucrare ma le agenzie che propongono queste escursioni si difendono sostenendo che l’idea non nasce da loro ma da tutte quelle persone interessate a vedere le zone colpite e che loro non fanno altro che soddisfare la domanda con un’offerta!

Voi cosa ne pensate del turismo di guerra, è un’esperienza di viaggio che fareste?

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