Io madrina 3.0 vi racconto la Corsa all’anello di Narni in Umbria

La Corsa all’anello di Narni in Umbria, uno degli eventi di rievocazione storica più importanti d’Italia, è arrivata alla sua cinquantesima edizione e quest’anno c’ero anche io per partecipare, in qualità di madrina 3.0, ai suggestivi e sentiti festeggiamenti, che tra cerimoniali e giochi in stile tradizionale volti ad omaggiare San Giovenale, primo vescovo della città, riportano l’incantevole borgo umbro di Narni direttamente nel Trecento. 

La cosa che colpisce subito di questo magico evento medievale è innanzitutto la durata: un programma lungo ben tre settimane durante le quali la città prende vita, si emoziona, si diverte, si popola di cittadini e visitatori desiderosi di assistere ai tradizionali cortei e alle sfide dei terzieri. Sono proprio loro infatti i veri protagonisti di questa rivisitazione storica. Come molti di voi sapranno, per terzieri si intendono le tre zone in cui erano suddivisi, secondo la tradizione medievale, alcuni centri urbani.

Nel caso di Narni i terzieri corrispondono a quelli di Mezule, Fraporta e Santa Maria, tra loro in competizione serrata, che ogni anno si sfidano per vincere ed ottenere il famoso anello d’argento. Se vi interessa approfondire, sul sito dell’ente della corsa all’anello troverete tutte le informazioni sulla storia di questa corsa, sui suoi protagonisti, sul programma di quest’anno e di quelli futuri nonché altre novità e aggiornamenti in merito a vincitori e premiazioni.

Piuttosto, il mio tentativo è quello di raccontarvi che significa partecipare alla Corsa all’anello di Narni e perché vale la pena di visitare Narni in occasione di questa rievocazione storica. Il primo valido motivo è sicuramente dato dalla possibilità di vivere un’atmosfera davvero unica. Appena raggiunto il borgo di Narni, infatti sono stata come catapultata in un mondo parallelo. L’aria di festa, le musiche medievali di sottofondo, i drappi e le bandiere ad incorniciare finestre e balconi, il desiderio di spiritualità e di condivisione umana mi hanno colpito fin dall’arrivo.

Vista la mia partecipazione da madrina della Corsa Storica, non avevo molto tempo per assaporare tutto con lentezza e, nonostante ciò, Narni mi ha subito conquistata. Ho vestito i panni di una donzella trecentesca già prima di indossarli, in un certo senso. Poi è venuto per me, il momento della vera trasformazione. Uno staff brillante di sarte, truccatrici e parrucchiere mi ha letteralmente spogliato di jeans e blusetta per farmi entrare in un bellissimo abito rosso e bianco con il quale avrei preso parte alla corsa e premiato il cavaliere vincitore.

E così, dopo due ore di preparazione, eccomi tremante di gioia ed emozione mostrarmi alla folla entusiasta e assistere a questa importante gara che avrebbe visto i cavalieri di Mezule, Fraporta e Santa Maria tentare di infilare uno dopo altro anelli di diametro sempre più piccolo. Dopo una sfida avvincente in cui ho potuto, incoraggiata dal presentatore, salutare il pubblico, la competizione è entrata nella sua fase finale con l’ultimo anello, molto difficile da prendere perché di soli tre centimetri di diametro!

Ci è riuscito però un giovanissimo cavaliere di Mezule con la sua bravura a rendere l’impresa possibile, guadagnandosi a pieni voti la vittoria della corsa storica. A premiarlo c’ero io insieme al Segretario Generale dell’Ente Corsa all’anello Carlo Capotosti e nella sua emozione ho letto tutta la fierezza e l’orgoglio non solo di aver vinto ma anche di aver tenuto alto l’onore del suo terziere, all’interno di una delle più importanti e prestigiose manifestazioni dell’Umbria e di Narni.

Poter portare gli anelli e consegnarli al fiero vincitore è stato un vero privilegio. Come è stato un privilegio prendere parte a tutta questa esperienza fantastica che mi ha permesso per la prima volta di entrare nella storia e riviverla da protagonista ma anche di accedere attraverso il folclore alla cultura, quella più vera e sentita dell’Umbria e dei borghi storici come Narni, che oltre alla loro bellezza, sanno di poter contare su un’inestimabile ricchezza: la loro memoria storica.

Per me è stata quindi un’occasione speciale per scoprire e “sentire” questi luoghi meravigliosi e le loro antiche e preziose tradizioni e per poterle raccontare, attraverso la mia presenza diretta. E credo sia questo l’altro motivo per cui vale assistere alla corsa all’anello di Narni almeno una volta nella vita: conoscere meglio l’Umbria e gli umbri, persone speciali, semplici, umili ma al tempo stesso consapevoli e orgogliose della loro identità, vissuta in modo intenso, profondo, sempre composto e mai fanatico.

Ringrazio di cuore Narni e i cittadini di Narni per avermi sostenuta e accolta con affetto e gli organizzatori per avermi scelto e conferito un ruolo così speciale che mi ha permesso di vivere questo importante evento di rievocazione storica in maniera privilegiata. Vi incoraggio a visitare Narni, magari proprio dall’ultima settimana del mese di aprile alla seconda domenica di maggio, per immergervi nel medioevo umbro e godere anche voi di questa preziosa eredità che l’Umbria e la città di Narni custodiscono con amore fin dal 1969, anno della prima vera edizione della Corsa all’anello.

3 commenti su “Io madrina 3.0 vi racconto la Corsa all’anello di Narni in Umbria”

  1. Grazie Marianna per le bellissime parole che hai speso su di noi e sulla nostra città.. Torna presto a trovarci. Ti aspettiamo

  2. Cristiano Curati

    Interessantisso servizio, dove oltre alle informazioni, traspare la tua voglia di immergerti nell’atmosfera dei posti nei quali vai, in questo caso l’Umbria, e di farti trasportare dalla passione per la conoscenza e la cultura.
    Sono sempre più convinto che non potevano scegliere madrina migliore

  3. Bellissimo racconto Marianna, sei stata una madrina elegante e di classe, e hai saputo con la tua presenza e adesso con queste parole omaggiare degnamente la nostra città e le nostre tradizioni. Grazie da parte di tutti noi. Luca

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