Il lago Pangong: a un passo dal cielo

Per le foto si ringraziano Guido Landra e Paolo Rucci

A 4250 metri sul livello del mare, nel cuore dell’Himalaya fra Cina (Tibet) e India, si trova un angolo di paradiso: il lago Pangong. Il Pangong è un lago salato, lungo 130 kilometri, che si snoda fra le montagne e offre dei panorami mozzafiato e una grande pace. Si arriva in macchina, passando su strade per lo più sterrate che si inerpicano sui fianchi pietrosi delle montagne.

Per raggiungere il lago la strada attraversa il valico Chang La, a 5.360 metri. I passi di montagna in Ladakh spesso ospitano dei presidi militari e qualche minimo servizio: una minuscola locanda dove è possibile rifocillarsi se si riesce a resistere alla puzza di benzina dell’immancabile generatore, delle toilette più o meno spaventose, un tempio induista o dedicato a più religioni insieme.

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Il tempio induista del Chang La è molto grazioso e colpisce l’attenzione per via della scalinata di accesso che è completamente decorata di file di bandiere buddhiste e di campanelle lungo il corrimano centrale. La tradizione buddhista vuole che il potere delle divinità sia particolarmente forte sui passi di montagna, ed è perciò di particolare auspicio lasciare le bandiere in questi posti.

Gli induisti invece suonano una campana prima di accostarsi alla divinità, come richiamo. Questa convivenza di spiritualità diverse è diffusa in tutta la regione.
Quando arriviamo al lago il cielo è un po’ nuvoloso e tinge l’acqua di toni cupi. Il panorama è comunque bellissimo: l’acqua è limpida e ovviamente gelida. Scendiamo alla spiaggia di ghiaia sottile per fare qualche prima foto.

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C’è una calma incredibile. Ritorniamo alle macchine e costeggiamo il lago verso il campeggio dove passeremo la notte. Il tramonto regala alle montagne dei riflessi dorati. Scesa la notte, la Via Lattea e diverse stelle cadenti danno spettacolo in tutta la loro intensità. Non c’è inquinamento luminoso in Ladakh, e ogni notte è un’emozione di stelle, anche nelle città più grandi.

Al mattino il cielo è sereno, la luce è forte e il lago si presenta in tutta la sua bellezza.
Camminando lungo la riva per qualche kilometro si possono sentire la forza e la dolcezza di un paesaggio naturale ancora incontaminato. L’acqua è di tutte le tinte di azzurro, le montagne intorno la separano dal cielo, di un azzurro altrettanto intenso.

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La luce bianca, il calore e le poche nuvole regalano una sensazione di allegria e di pace. A parte le nostre risa, nessun rumore. Dove il lago si è ritirato, ci sono piccoli stagni in cui si riflettono le montagne e in cui si possono intravedere dei minuscoli pesciolini. Intorno ai sassi qualche lucertolina si scalda al sole e scappa alla nostra vista. Gli scarponcini affondano ogni tanto nella terra bagnata della riva, a tratti asciutta e sabbiosa, a tratti acquitrinosa.

Le nostre risa si perdono nell’aria. Non si lascia niente al lago Pangong, se non forse qualche impronta, destinata a sparire, mentre si cammina lungo la riva con il cuore sempre più leggero.Con la sua bellezza luminosa, il Pangong mi ha lasciato la sensazione ancora vivida di essere veramente stata nel luogo più vicino al paradiso così come io lo concepisco.

Tutto merito di quella luce e di quel cielo blu.

di Selena Magni (nella foto sotto)

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