Non sapevo cosa fosse il jet leg, il male di fuso orario, prima di sperimentarlo in prima persona. 10 ore di volo per arrivare in Thailandia anche se con una compagnia di tutto rispetto come la Thai Airways sono comunque tante. Il viaggio è stato perfetto. Le assistenti di volo efficientissime ci portavano da bere e da mangiare continuamente e quelle salviettine bollenti per disinfettarsi le mani sono un ricordo decisamente molto “hot”. Durante il volo mi sono vista non so quanti film.
Ho dormito, parlato, letto, scritto e di nuovo guardato film, dormito, letto, scritto senza però mai mancare pasti e spuntini. Il mio primo volo intercontinentale e la curiosità da buongustaia quale sono era di scoprire cosa si mangiava in un vero aereo (il menu Ryanair e i tarallini di Alitalia non facevano molto testo). Credo che avrei potuto vivere così per giorni. Scherzo, in realtà il mio corpo iniziava a cedere dalla stanchezza e dai dolori.
I sedili erano senz’altro più comodi e più grandi rispetto ai low cost a cui ero abituata ma per un volo così lungo essere costretti a muoversi in spazi così piccoli è sempre un po’ un disagio, soprattutto per me che non ero abituata. Cuscini ce n’erano ma erano scomodi e presa dai preparativi del matrimonio e dalla fretta di partire avevo dimenticato di comprarne uno da viaggio. Prima di partire avevo fatto qualche ricerca sul web comunque e avevo trovato moltissimi tipi di cuscini da viaggio adattabili a qualsiasi conformazione fisica, sofficissimi in tanti colori e stampe fantasiose.
Durante il viaggio ci sarebbero proprio serviti perché per la testiera del sedile non è proprio come il cuscino del proprio letto e ricordo che dopo qualche ora avevo il collo a pezzi. Le ultime ore di viaggio le ho trascorse giocherellando con lo schermo tv di fronte a me in cerca di un ultimo film per passare il tempo. Così ho iniziato a vedere Belle e Sebastien in francese, talmente bello che ricordo di aver buttato un occhio fuori dal finestrino solo perché stavamo atterrando. L’altro era fisso sul film!
Tra l’altro ad un certo punto gli schermi si sono spenti ed io invece di concentrarmi sul tanto atteso arrivo in quel di Bangkok stavo pensando cosa sarebbe successo a quell’adorato cagnolone bianco ma questa comunque è un’altra storia. Mettendo finalmente piede sulla terraferma, non ci rendevamo neanche conto di che ore fossero e arrivati in hotel abbiamo scoperto che ci aspettava la prima visita guidata al Wat Arun, uno dei templi più famosi di Bangkok. Ma eravamo stanchi, sonnolenti, confusi.
Il jet lag era ufficialmente in atto e volevamo solo sdraiarci un minuto per “riprendere conoscenza” e recuperare un po’ di lucidità. Niente da fare, abbiamo posato le valigie in camera, siamo scesi nella hall a raggiungere il gruppo in partenza per il tour e catapultati tra le vie di Bangkok, completamente rimbambiti, abbiamo iniziato la scoperta “ebbra” di questa meravigliosa metropoli. Morale della storia: il miglior modo di superare il jet lag è trovarsi qualcosa da fare appena arrivati onde evitare il rischio di passare l’intera giornata a letto!
Il jet lag è sempre un problema per me! Quando viaggio devo sempre contare un giorno in più solo per riprendermi. Ma proverò a utilizzare questo consiglio la prossima volta. Grazie!
Grazie a te! In effetti l’approdo a destinazione, dopo tante ore, non è facile… le prime volte può mandare davvero in tilt ma se si affronta con lo spirito giusto, si può bypassare tranquillamente. 🙂