Diventare mamma: così è iniziato il mio viaggio più bello

Ho sempre considerato la possibilità di diventare mamma come qualcosa di naturale, che sarebbe successo prima o poi, nella mia vita, forse, a patto di aver trovato la persona giusta che potesse condividere le gioie ma anche i “dolori” ovvero l’impegno e la fatica che crescere un figlio richiede. E nonostante, per un certo tempo, la sfortuna in amore mi abbia perseguitata, quando finalmente ho incontrato quello che sarebbe diventato mio marito, ho capito che era lui la persona giusta che stavo aspettando, con la quale viaggiare, scoprire il mondo, comprare casa, sposarsi, fare progetti e perché no, condividere il sogno di diventare mamma… e papà.

Diventare mamma: il mio viaggio più bello

Per diversi anni, però, anche dopo il matrimonio, nonostante l’intenzione di diventare mamma, la passione per i viaggi mi ha allontanata da questo progetto. Io e mio marito eravamo sempre in giro e, se non in giro, in costante attesa del prossimo volo da prendere e della prossima meta da visitare e questi spostamenti continui, queste avventure per il mondo, pur essendo per noi fonte di felicità ed entusiasmo, esaurivano tutte le nostre energie. Così il tempo passava e anche se ci dicevamo che prima o poi sarebbe comunque successo, in realtà non succedeva.

Eppure “fare un figlio è la cosa più naturale del mondo“, no? Così dice la gente e noi ne avevamo fatto il nostro motto. Ad ogni nuovo viaggio, fantasticavamo sul giorno in cui ai viaggi avremmo per un po’ dovuto felicemente rinunciare ma la verità è che c’era sempre un’altra partenza all’orizzonte e la nostra vita da girovaghi proseguiva a gonfie vele. Quella da aspiranti genitori un po’ meno, però, e ormai era chiaro che la cosa più naturale del mondo non era però cosi automatica, almeno non per noi.

Forse, era arrivato il momento di rallentare e di dedicarci completamente al nostro sogno, senza dover pensare ad altro, senza dover programmare l’ennesimo viaggio. E allora ci siamo fermati. E ci siamo ritrovati. Dopo un mese di agosto vissuto intensamente tra Grecia, Bulgaria, Finlandia, Lettonia, Estonia abbiamo deciso di “ripartire” da noi. A quel punto, diventare mamma non era più una semplice possibilità, tra le altre possibilità. Si era trasformato in un desiderio. Il desiderio più grande.

Il viaggio per diventare mamma inizia qui

Non importava quanto ci sarebbe voluto. Noi eravamo pronti. Potrà sembrarvi inverosimile, eppure questa decisione ha funzionato. Ricordo come se fosse ieri il giorno in cui ho scoperto che una nuova vita cresceva dentro di me! Era un caldo martedì di settembre, il giorno del compleanno di mio marito. Il ritardo del ciclo mi aveva fatto ben sperare ma non volevo illudermi. Avevo già commesso quest’errore altre volte e non volevo farlo ancora. Ma le strane vampate di calore di quei giorni erano una novità in effetti.

Non sapevo cosa fare. Aspettare ancora un po’? Oppure andare subito in farmacia a comprare un test di gravidanza? Oppure aspettare che mio marito rientrasse dal lavoro? Queste domande erano diventate ormai martellanti nella mia testa ma alla fine la voglia di sapere ha avuto la meglio e una volta a casa le fatidiche due linee del test di gravidanza hanno fugato ogni dubbio: ero ufficialmente incinta!

Iniziava così un viaggio lungo nove mesi che avrei ricordato per sempre! Diventare mamma non era più solo un desiderio, ma un sogno divenuto realtà perché la strada meravigliosa che avevo intrapreso mi avrebbe condotto verso la destinazione più bella di tutte: la nascita del mio adorato bambino. E mentre realizzavo quello che mi stava succedendo, ho provato un’emozione grandissima.

Diventare mamma era un desiderio che portavo dentro ormai da tempo e sapere che si sarebbe finalmente realizzato mi ha reso in un istante la donna più felice del mondo. C’era solo un però ed erano loro: i fatidici nove mesi di attesa. Ora, dovete sapere che io detesto le attese. Anche stare in fila alla cassa del supermercato per pochi minuti mi manda in tilt, figuriamoci nove mesi. E, invece, no.

Perché la mia è stata una gravidanza stupenda, vissuta intensamente, con gioia immensa, e l’attesa mi ha dato la possibilità di godermi ogni attimo di questo momento magico e irripetibile della mia vita e di avvicinarmi, piano piano, giorno dopo giorno, con serenità al giorno in cui avrei conosciuto il mio bambino. Ammetto comunque che i primi 3 mesi sono stati i più impegnativi. Non tanto per le nausee di cui non ho sofferto quanto per il fatto di essere sola, in una città che stavo imparando a conoscere, senza punti di riferimento, ginecologa compresa.

Perciò, inizialmente, nonostante la grande felicità, ho avuto qualche preoccupazione. Tutti sono d’accordo nell’affermare che la scoperta di una gravidanza rappresenta per una donna il massimo stadio della felicità ma nessuno ci dice quanto può essere difficile gestire i momenti successivi, a partire dalla prima ecografia. I pensieri si affollano nella mente alla velocità della luce, inizi a cercare informazioni su internet, a fare telefonate, a chiedere consigli a tua madre, pur sapendo che per lei è passato troppo tempo per ricordarsi tutto e che le cose cambiano.

La prima visita: sono ufficialmente incinta!

Alla fine, dopo giorni di scombussolamento emotivo, e confusione, mi sono decisa a prenotare la prima ecografia a nove settimane di gravidanza. Troppo presto? Troppo tardi? Ero stufa di farmi queste domande. C’era qualcosa di più importante: sapere che il mio bambino era davvero lì e che il suo cuore batteva dentro di me. Quando arrivò il giorno della visita, l’ansia ormai aveva preso il sopravvento e non è stato esattamente il momento idilliaco che mi aspettavo.

La ginecologa andava un po’ di fretta e non feci nemmeno in tempo ad entrare che mi disse “togli i pantaloni e sali sul lettino”. Ebbene, quel momento mi è sembrato interminabile (anche perché, credetemi, non riuscivo a toglierli quei maledetti pantaloni). Di lì a pochi minuti avrei visto per la prima volta la mia piccola creatura e ascoltato il suo cuoricino battere. E intanto il mio già batteva fortissimo, non riuscivo a pensare ad altro che a quel preciso istante, a come mi sarei sentita, a cosa avrei detto o fatto ma restai in silenzio.

Fissavo l’ecografo in cerca del mio piccolo mentre il mio utero veniva scandagliato in lungo e in largo e l’ansia aumentava. “Dove sei, vita mia?”, mi chiedevo tra me e me. Secondi che mi sono sembrati infiniti. “Eccolo!”, aveva esclamato la dottoressa, quasi in risposta a quella mia domanda. “Ora ascoltiamo il cuoricino”, continuando la visita. Di nuovo l’ansia si impossessava di me. Ma poi il suo battito, forte, chiaro, veloce ha sciolto ogni tensione e in quel preciso istante, ho guardato mio marito e abbiamo pianto.

Nove mesi di attesa per diventare mamma

Dopo quest’inizio emozionante, i mesi successivi sono trascorsi tra controlli, analisi del sangue e ad ogni visita il mio tesoro diventava più grande. Vederlo crescere dentro di me è stato incredibilmente commovente. Non credevo che questa gioia mi avrebbe accompagnato ogni singolo giorno della gravidanza e, invece, è andata proprio così. Ero felice, raggiante, piena di entusiasmo e lo sono stata per tutti i nove mesi, che mi sono goduta appieno uscendo, viaggiando, mangiando (eheh), in attesa del grande giorno.

I mesi di gravidanza sono stati un viaggio stupendo, senz’altro il migliore che abbia mai fatto finora. Nessuno dei luoghi raccontati in questo blog è minimamente paragonabile alla meta che stavo per raggiungere stavolta e, lo so, forse da viaggiatrice seriale e travel blogger non dovrei dirlo ma rinunciare ai grandi viaggi non mi è mancato per niente. Anzi, ho fatto volentieri a meno di prendere l’aereo in gravidanza e ho preferito rilassanti gite fuori porta, vicino casa per dedicare tutte le energie possibili alla vita che stava per nascere.

Inizia un nuovo viaggio: la maternità

Considerando come sono andate le cose, ho fatto bene. Il mio principino (sì, è un maschietto) aveva una gran fretta di nascere e il 21 aprile, il giorno di Pasqua, con ben 3 settimane di anticipo, ha deciso che doveva venire al mondo fregandosene del fatto che la sua mamma stava finendo di preparare la borsa per l’ospedale e che il suo papà doveva ancora ritirare il trio al negozio. Lui voleva nascere, era pronto e, nonostante la mancanza di preavviso e la concitazione di quel giorno,  i miei (quasi) nove mesi di serenità, ci hanno permesso di affrontare tutto con consapevolezza.

Con la nascita di mio figlio Gabriel, questi nove mesi di viaggio si sono conclusi. Resteranno sempre un ricordo vivo nella mia mente e nel mio cuore che porterò dentro di me, che mi hanno cambiato, reso migliore, che mi hanno portato verso il traguardo e il successo più grande della mia vita. Ma per un viaggio che finisce, ce n’è sempre uno nuovo che comincia e ora, dopo i miei quasi nove mesi di gravidanza, per me è iniziata un’altra grande avventura, un altro grande viaggio che sarà altrettanto denso di emozioni: la maternità. E non sono mai stata più felice di partire! Perché, adesso che è qui con me, posso affermare con certezza che, per quanto io ami girare il mondo, una gioia simile, finora, non l’avevo mai provata.

Grazie per la tua visita e per aver letto tutto fino in fondo. Se ti va, puoi lasciare un pensiero o la tua esperienza qui sotto. Mi faresti felice! Ti aspetto anche su Facebook e Instagram.

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