CouchSurfing: non tutti vogliono saltare nel divano di uno sconosciuto

Per chi non lo sapesse il fenomeno CouchSurfing letteralmente significa “fare surf sui divani” nel senso di passare da un divano all’altro della casa di qualcuno conosciuto online invece di pagarsi un hotel, un BB o un appartamento e quindi considerato uno dei modi migliori per viaggiare gratis. Insomma, CouchSurfing ha una duplice funzione: 1) mettere in comunicazione viaggiatori con locali e 2) risparmiare il costo dell’alloggio. C’è però anche un terzo tipo di utilizzo a quanto pare che non è esattamente quello per cui questo servizio di scambio di ospitalità è nato.

Eppure è molto diffuso e, almeno nelle intenzioni di molti maschietti, usare CouchSurfing si trasforma in un modo come un altro per rimorchiare. Basta navigare un po’ sul web per scoprire fior di articoli e di forum e commenti in cui esponenti del mondo maschile si confrontano sulle possibilità di rimorchio attraverso CouchSurfing e/o si vantano delle imprese mirabolanti di cui sono stati capaci.

Insomma, uno scenario veramente triste e pietoso ma corrispondente alla realtà, una realtà che in alcune occasioni ha preso anche una deriva drammatica come nel caso del giovane carabiniere Dino Maglio alias Leonardo, oggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere che ospitava in casa le turiste straniere tramite il sito CouchSurfing e, dopo averle  drogate con un “vino speciale”condito di sonnifero, le violentava.

Non voglio fare di tutta l’erba un fascio ma questo non è un caso isolato. Diversi couchsurfers in diversi paesi sono stati condannati per stupro (e furto) a danno dei turisti da loro ospitati, trovati proprio attraverso il servizio di Couchsurfing, da Leeds a Marsiglia, scatenando un dibattito molto animato sulle dinamiche del servizio. Perciò, permettetemi di avere qualche dubbio sulla sicurezza di CouchSurfing.

Certo i profili sono tutti online, visibile e con tanto di feedback ma non penso che siano criteri sufficienti per potersi fidare di uno sconosciuto così tanto da andare a dormire a casa sua. Ma le motivazioni anti-CouchSurfing non si fermano qui. Essere ospiti a casa di qualcuno significa dover rispettare le sue “regole” ed il suo stile di vita, che può essere anche molto diverso dal vostro. Voi sperate di risparmiare e invece siete costretti ad uscire a bere o mangiare fuori tutte le sere!

E non si può dire “no, non vengo, grazie per l’invito!” perché siamo ospiti in casa d’altri  e sembrerebbe scortese fare gli asociali visto che favorire la comunicazione e le relazioni tra viaggiatori è uno dei pilastri di CouchSurfing. Questo significa dover rinunciare anche ai propri spazi, alla propria libertà, ai propri tempi per adattarsi alle esigenze di chi ospita e questo non è per tutti. Per me non lo è di sicuro.

Voi cosa ne pensate: avete già provato CouchSurfing e com’è andata? E’ stata una bella esperienza o vi ha deluso e se non avete ancora viaggiato di divano in divano cos’è che vi trattiene? Avete i miei stessi dubbi o c’è anche qualcos’altro che non vi convince? Ok, l’interrogatorio è finito. Se vi va, dite la vostra nei commenti, sono curiosa di conoscere punti di vista favorevoli e/o contrari!

7 commenti su “CouchSurfing: non tutti vogliono saltare nel divano di uno sconosciuto”

  1. Mi sa che non hai mai usato il Couchsurfing, né per ospitare, né per viaggiare.
    Forse dovresti avere più fiducia nelle persone e provare le esperienze prima di scrivere a riguardo.
    Ti lascio un mio post sullo stesso tema: http://andreacuminatto.com/2015/07/27/viaggiare-col-couchsurfing-il-mondo-visto-da-un-divano/

    1. Marianna Norillo

      Ciao Andrea, grazie per essere passato. Non l’ho mai usato infatti e non mi sembra di aver detto il contrario nell’articolo. Ero iscritta tempo fa ma poi ricevevo strani messaggi e ho deciso di cancellare l’account. Il mio è un punto di vista ed è personale. Se tu lo hai trovato un buon servizio, sono contenta per te e non mi sento di controbattere perché rispetto la tua visione che non è la mia, però. Confrontarsi non significa giudicare. Quanto a cosa scrivere o meno sul blog, essendo il mio blog, credo che la scelta spetti a me. A presto

  2. Ciao! Anche io sono iscritta a Couchsurfing e prima che comparissero altri siti molto simili come nightswapping dei davvero entusiasta di questa scoperta. Io non l ho mai usato per dormire fuori ma piuttosto ho avuto l opportunità di fare la conoscenza di un ragazzo e una ragazza olandesi in vacanza a Roma, con cui ho passato un pomeriggio insieme facendogli vedere qualcosa della città. É stata una bella esperienza anche dal punto di vista linguistico. Dopo per veri impegni.Non l ho più usato ma come te ho continuato a ricevere messaggi per ospitalità….sempre da uomini. Mai e dico mai da donne. Un Po ci sono rimasta male perché mi ha fatto saltare fuori dai dubbi come i tuoi..

    1. Marianna Norillo

      Ciao Elisa, grazie per essere passata. Hai colto bene il senso del mio articolo! Anche io, ad un certo punto, ho iniziato a ricevere msg da soli uomini ed, essendomi appena iscritta, l’impressione iniziale non è stata delle migliori. Magari mi sbaglio ma dormire sui divani altrui non fa per me. 🙂

  3. Secondo me, se si va a casa di qualcuno, bisogna sempre considerare chi ci ospita ( sesso, etá, feedback…). Io non ho mai fatto Couchsurfing, ma spero di poterlo fare un giorno, anche solo per l’esperienza. Ma di certo non andrei da sola, a casa di un ragazzo. Se ci dovessi andare, sarebbe accompagnata, e a casa di un’altra ragazza o comunque di un ragazzo, che vive con altre persone. Bisogna avere fiducia negli altri, ma sempre con le dovute precauzioni.

    1. Marianna Norillo

      Si infatti, è quello che intendevo. Ho letto di diversi casi sul web di ragazze che si sono sentite “in pericolo”, quindi, direi che bisogna stare veramente attenti nella selezione degli ospiti e/o degli ospitanti.

  4. Mi dispiace vedere un “un punto di vista” così poco obbiettivo e disinformante, nonché allarmante.

    Io credo che un’opinione debba prima avere delle fondamenta. Inoltre è ovvio che couchsurfing non sia adatto a tutti, è per coloro che vogliono sperimentare e conoscere culture diverse.

    Non è solo un servizio per chi vuole pagare poco, o nulla, una vacanza.

    Molti come me possono più che altro ospitare e non è assolutamente vero ciò che hai detto del rinunciare agli spazi. Non si è obbligati a fare nulla in quanto ospiti.

    Come prima cosa se decidi di essere ospitato, soprattutto se vuoi risparmiare, è ovvio che devi rispettare alcune regole. Inoltre per chi ospita, spesso capita che sia a lui a spendere denaro per far star bene l’ospite. Oltretutto a volte una serata passata a parlare ( spagnolo o inglese) è un’esperienza più bella di qualsiasi birra bevuta fuori.

    A volte gli ospiti si fanno tranquillamente gli affari propri in giro e tornano solo per dormire. Ci si mette d’accordo prima e si decide se va bene o no. Poi ovvio il fattore fiducia ci deve essere anche se ci sono molte maniere di controllare se qualcuno sia affidabile.

    Io mi sono stupito delle molte richieste da parte di ragazze e donne, mi è capitato di ospitarne un paio le quali hanno fatto girare la voce e ad oggi quasi tutti i miei ospiti sono ragazze e donne senza che io l’abbia fatto intenzionalmente.

    Couchsurfing è molto più di una applicazione, è una rete con molti modi di contatto. Inoltre in ogni città con grande passaggio c’è un Ambassador (persone che hanno ricevuto il titolo per il numero di referenze e di partecipazione) a cui chiedere aiuto e ci sono un sacco di eventi a cui partecipare senza dover ospitare o essere ospitati.

    È un mondo poco conosciuto criticato negativamente da molti senza avergli dato nemmeno un’occasione.
    Nel mio palazzo mi chiamano ‘il prostituto’ perché vedono molta gente passare e non hanno capito che a volte per viaggiare basta far si che un pezzo di mondo arrivi a casa tua.

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