Cosa vedere al museo MoMA di New York e perché DEVI andarci

Mi piace andare per musei ma se ho poco tempo li tradisco allegramente con quei luoghi che mi permettono di scoprire e capire meglio il posto in cui mi trovo. Non è il caso del MoMA, il Museum of Modern Art di New York situato nel cuore di Midtown Manhattan tra la 5th e la 6th Avenue (da non confondere con il MoMa PS1 a Long Island City nel Queens). Chiamarlo museo, secondo me, è quasi riduttivo vista la preziosità dei capolavori che contiene. Apparentemente, non è molto diverso dai tipici musei d’arte che ci sarà capitato di visitare altrove.

Anzi, di sicuro nel mondo ci saranno musei più grandi e più ricchi del MoMa ma come scrisse il critico Wieland Schmied “non esiste nel campo dell’arte moderna un’istituzione che abbia maggior peso ed influenza”. Per capirne il motivo, bisogna entrarci e visitarlo con lo giusto stato d’animo.  Solo in questo modo si potranno apprezzare le opere magnifiche che ci hanno lasciato artisti del calibro di Claude Monet, Vincent Van Gogh, Joan Miró, Wassily Kandinsky e tanti altri.

Se è la vostra prima volta al MoMA di New York, il suggerimento che vi do è di iniziare la visita  dal quinto piano che è quello in cui si concentra il maggior numero di opere famose come le Ninfe di Monet, le Bagnanti di Cézanne, la Notte Stellata di Van Gogh, La Danza di Matisse, One: Number 31 di Pollock e oltre 70 creazioni di Picasso tra cui Les Demoiselles d’Avignon. Senza contare le tante sculture ugualmente celebri presenti nelle varie sale come Forme Uniche della Continuità nello Spazio di Boccioni e la Ruota di bicicletta di Duchamp.

Io per questioni di tempo e di budget ho deciso di andarci di venerdì pomeriggio perché dalle 16 l’ingresso è gratuito. In alternativa, puoi comprare online il biglietto a 22 euro con accesso prioritario. Certo il risparmio è tanto ma immaginate cosa può voler dire “ingresso gratuito” in un museo a New York: decine e decine di persone che si aggirano tra le sale costringendoti a camminare a passo d’uomo o che si piazzano a lungo davanti ai quadri più famosi creando caotici affollamenti e file.

Un vero delirio, bisogna ammetterlo, e con il senno di poi, forse è meglio andarci in un altro momento della settimana. Dovrete pagare sì ma almeno potrete gustarvi tutto con più calma e tranquillità senza dover sgomitare per una foto. Caotica o meno, comunque, l’esperienza al MoMa di New York mi ha entusiasmato molto. Poter ammirare finalmente dal vivo quei capolavori visti sempre e solo in foto sui miei libri di storia dell’arte è stato davvero emozionante.

Ricordo di essere rimasta ipnotizzata davanti alla tela della Notte Stellata di Van Gogh! Non sono una critica d’arte ma so apprezzare le cose belle e il MoMA di New York di cose belle è pieno (compreso il MoMA WiFi gratuito attraverso il quale si possono  ascoltare i MoMA Audio Programs). Solo due cose mi hanno un po’ delusa. La prima riguarda La Persistenza della Memoria, uno dei dipinti più famosi di Salvador Dalì, che ho scoperto essere davvero piccolo: misura appena 24 cm di altezza e 33 di larghezza!

Se non fosse stato per la gran folla che lo circondava e che ha attirato la mia attenzione, forse sarei passata oltre. La seconda cosa “storta” è che non ho potuto vedere Gold Marilyn Monroe di Andy Warhol poiché il quarto piano era chiuso. Per fortuna avevo già ammirato le 32 immagini serigrafiche che immortalano le sue Campbell’s Soup Cans e me le son fatte bastare… per questa volta. Nient’altro che semplici lattine di zuppa in scatola, lo so, ma sono il simbolo della pop art e vi pare poco?

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