Cosa vedere al MUDEC, il Museo delle culture di Milano

Di recente, spinta dalla curiosità e approfittando di una giornata libera da impegni, ho deciso di vedere il MUDEC, il Museo delle culture di Milano, in via Tortona, inaugurato nel 2014. La moderna struttura esterna, opera dell’architetto inglese David Chipperfield, è rivestita in zinco e cristallo illuminati 24 ore su 24, creando di sera un effetto molto scenografico. All’interno, invece, l’antichità è protagonista di una preziosa collezione di oggetti pieni di storia, appartenenti a un mondo fatto di legno, ossa e argilla, distribuita in 4 ampie sale, divise a loro volta in 7 sezioni. Non è come visitare il British Museum ok, questo è chiaro. Tuttavia, credo possa esservi utile un elenco sintetico ed intuitivo su cosa vedere al MUDEC, che mi possa aiutare il più possibile ad apprezzare l’esperienza museale ed i suoi contenuti.

Cosa vedere al museo MUDEC

Collezione permanente

La collezione permanente del MUDEC è un vero e proprio viaggio nelle culture del mondo. Accoglie al suo interno un’esposizione di oltre 7 mila opere d’arte, oggetti quotidiani, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti con lo scopo di mostrare la ricchezza della storia dell’uomo nel tempo e nello spazio. Devo ammettere che la visita è interessante anche se potrebbe apparire un po’ frammentaria perché in alcuni momenti si fa fatica a trovare la continuità di tutto ciò che vediamo.

Questa impressione probabilmente deriva dal fatto che le diverse sezioni che compongono la Collezione del MUDEC non sono frutto di un lavoro organico ma di lasciti nei confronti del Comune di Milano avvenuti in periodi storici diversi e a diverso titolo ed è bene tenerlo a mente prima di visitarla per non restarne delusi o quantomeno confusi. Una volta raggiunto il primo piano, si può iniziare subito il percorso espositivo, entrando liberamente in una delle quattro sale del museo. Per seguire la sequenza proposta dai curatori del MUDEC, l’esposizione divisa in 7 sezioni, può essere ammirata in quest’ordine:

Sezione 1: collezione Manfredo Settala

Tra le cose da vedere al MUDEC, non possiamo non cominciare dalla collezione di Manfredo Settala (1600-1680) -che nel corso del XVII secolo diede vita ad una ricca raccolta di naturalia, provenienti dal mondo animale, vegetale, minerale, artificialia, i naturalia trasformati dall’uomo in modo mostruoso o artistico e di mirabilia ed exotica, espressione di culture lontane e sconosciute. Oggi si trovano in tutti i musei ma a quel tempo erano inaccessibili, tant’è che la Collezione Settala è considerata uno dei primi esempi di collezionismo di manufatti non europei e di Wunderkammer, la “Camera delle Meraviglie” che si diffuse in Europa verso il ‘500 per custodire gli oggetti straordinari della natura o creati dall’uomo in Paesi e culture diverse.

Sezione 2: Paleontologia ed Etnografia

La seconda sezione ripropone al visitatore il nucleo primitivo della Raccolta di Paleontologia ed Etnografia creata nel 1858 dal Museo Civico di Storia Naturale. Al suo interno sono stati raccolti oggetti provenienti dai viaggi di celebri esploratori che hanno fatto la storia della scienza nazionale come Gaetano Osculati e Paolo Mantegazza, il console del Regno d’Italia Cristoforo Robecchi o ancora l’esule politico Antonio Raimondi, esperto conoscitore del Perù, che fu tra i primi a studiare approfonditamente.

Sezione 3: periodo coloniale

La terza sezione, invece, è dedicata al periodo coloniale. Qui incontriamo le scoperte di nuovi viaggiatori, come Giuseppe Vigoni (1846-1914), senatore del Regno d’Italia e sindaco della città di Milano, che si mettono in viaggio  con un altro obiettivo, diverso da quello meramente scientifico. Il loro interesse è di perlustrare terre ancora sconosciute e di sondare la presenza di risorse sfruttabili in vista di una eventuale conquista. Tra i principali “trofei coloniali” troverete la scenografica panoplia, un trofeo di corna animali e di armi africane di diversa provenienza, ricostruita nell’ultima vetrina della sala.

Sezione 4: collezionismo lombardo

Una delle sezioni più interessanti da vedere al MUDEC è quella relativa al collezionismo lombardo, che si diffuse a partire dall’800, quando alcuni commercianti di tessuti, a causa dell’epidemia che aveva colpito il baco da seta, iniziarono ad esplorare l’Asia orientale in cerca del prezioso seme. In questa ricerca, rimasero affascinati dall’artigianato orientale, realizzato in modo molto attento, con materiali preziosi e decisero di portarli con se in Europa, e a Milano, insieme ad altri oggetti d’arte cinese e giapponese, dai tessuti alle maschere da teatro, fino a scettri, porcellane dipinte e bronzi.

Sezione 5: produzione giapponese e cinese

L’interesse degli occidentali per l’Oriente emerge in modo molto evidente da tutte le Grandi Esposizioni che vennero organizzate durante l’Ottocento e i primi del Novecento, tra cui, in Italia, la più importante e significativa: l’Esposizione Internazionale di Milano del 1906. Attraverso queste esposizioni, le culture e le arti non europee, in particolari giapponese e cinese, videro una grande diffusione in Occidente tanto che si iniziò a parlare di un’autentica moda orientalista che sviluppò la produzione di oggetti creati ad hoc per queste esposizioni e per il mercato occidentale, che oggi possiamo ammirare in questa sezione del MUDEC.

Sezione 6: bombardamenti del 1943

La sezione numero 6 è particolarmente interessante. Ad accogliervi nella sala sarà un video-racconto su una pagina molto drammatica di Milano: i bombardamenti del 1943 che distrussero una parte delle Raccolte Civiche, confluite nel Castello Sforzesco di cui ho parlato qui, ai primi del Novecento. Scamparono al fuoco e alle fiamme le collezioni amerindiane e orientali, che per fortuna possiamo ancora ammirare qui al Museo delle culture insieme ad alcune opere superstiti, come la preziosa statua bronzea di Yamantaka, di produzione sino-tibetana, restaurata per l’occasione.

Sezione 7: collezionismo del Dopoguerra

L’ultima sala da vedere al MUDEC ospita oggetti, dipinti e reperti del collezionismo privato del Dopoguerra, molto sensibile alle correnti artistiche non europee. Il visitatore potrà, qui, ammirare la Femme nue di Pablo Picasso, frutto di uno studio collaterale in cui si riprende la figura in piedi sulla destra del dipinto “Le Demoiselles d’Avignon“, una delle opere più complesse e cariche di significato della storia dell’arte del Novecento e le collezioni d’arte africana Bassani e Passarè nonché le opere d’arte africana della famiglia Monti.

Mostre temporanee

Accanto alla collezione permanente, il Mudec ospita un gran numero di esposizioni e mostre temporanee, sempre diverse ed interessanti ogni anno. La prima esposizione è stata Mondi a Milano, culture ed esposizioni, 1874-1940 del 2015 ma fino ad oggi ce ne sono state moltissime, alcune particolarmente interessanti come Gauguin, Racconti dal paradiso (sempre del 2015), Joan Miró, la forza della materia (2016), Kandinskij, il cavaliere errante (2017), KLIMT. EXPERIENCE (2018) e STEVE McCURRY ANIMALS (2018-2019).

Per avere informazioni aggiornate sulle prossime mostre del MUDEC, visita il sito www.mudec.it

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