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“Accessibilità in viaggio”: la Basilicata verso un turismo inclusivo e accessibile

Dal 18 al 20 novembre ho partecipato in qualità di travel blogger all’evento Internazionale “Accessibilità in viaggio” organizzato in Basilicata, tra la Costa Jonica e Matera dal Corriere della Sera con la collaborazione del blog INVISIBILI.CORRIERE che ha portato in primo piano i temi dell’accessibilità e dalla Rete Turismo Italia Jonica che integra i territori della costa Jonica di Calabria, Puglia e Basilicata insieme a MOREITALY.IT, il portale turistico di valorizzazione territoriale orientato all’Accessibilità e al Turismo per tutti.

Per un intero weekend, in compagnia di altri blogger e giornalisti, ho ascoltato con molto interesse gli interventi previsti dal programma passando da quelli sul turismo religioso e sul multiculturalismo in Italia ed, in particolare, nelle regioni del sud allo sport paralimpico e le opportunità per turismo e cultura della seconda giornata a quelli sulla promozione dell’accessibilità universale a partire dall’esperienza della Rete Italia Jonica e di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 nella mattinata conclusiva.

Ascoltando uno dopo l’altro gli ospiti presenti, le loro esperienze, i loro punti vista mi è apparso subito chiaro che ciò di cui si stava parlando non poteva che essere nell’interesse di tutti, anche di chi non vive il bisogno di accessibilità in prima persona o di chi non conosce la realtà della Basilicata o delle regioni meridionali dell’Italia perché creare una rete di mutuo supporto cui tutti possano accedere a prescindere dalla loro situazione o dal loro territorio di appartenenza è di fondamentale utilità.

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A dirlo forte e chiaro è stato Dino Angelaccio, tra i principali organizzatori dell’ evento, secondo cui  l’accessibilità deve diventare un vero e proprio brand per farsi conoscere al mondo e per far in modo che il mondo ne apprezzi la sua importanza a 360°. “Attraverso l’accessibilità abbiamo connesso tante realtà interdisciplinari e religiose capace di raccontare la diversità umana come ricchezza perché” Dino ci tiene a spiegarlo “quando l’accessibilità viene applicata ai luoghi del turismo genera benessere nei luoghi e nelle persone”

Tra i contributi offerti quello dell’Imam Lorenzini mi ha particolarmente colpito. In un momento così particolare per le coste italiane e per l’Europa in generale ricordare che già negli anni 90, alla fine della seconda guerra del Golfo che vedeva l’Iraq coinvolto in guerra contro altri paesi dell’area, un giovane musulmano e tanti come lui erano emigrati dal medio oriente verso qualsiasi terra per trovare un futuro migliore mi lascerebbe spazio per considerazioni di vario genere.

Quello che in questo contesto vale, però, la pena sottolineare è che di tutti quelli che emigrarono molti arrivarono in Italia, chiesero asilo politico, furono adottati e sono oggi testimoni della vera accoglienza degli italiani in terra italiana. Insomma, un dato di ricchezza importantissimo che deve far riflettere sulla grande umanità dimostrata, ancora oggi “elemento fondamentale” a detta di Lorenzini “per la costruzione di una civiltà”, soprattutto se si pensa che lo scambio culturale tra l’islam e l’italia c’è sempre stato e molti capolavori di architettura esistenti ne sono la prova.

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Lo stesso vale per la cultura e la religione ebraica che, come il Rabbino Piperno, ha spiegato bene nel suo intervento, ha radici profonde nel nostro paese e non solo in riferimento all’Olocausto. “Il passato non è solo quello delle persecuzioni e turismo del dolore ma c’è anche un turismo di integrazione” ha affermato il Rabbino “integrazione, frutto di un cammino comune mirato a conoscere meglio anche le proprie tradizioni come quella di coprire lo specchio in caso di morte”. Lo sapevate che si tratta di una tradizione ebraica?

Perché accessibilità non è solo superamento delle barriere architettoniche ma anche di quelle religiose e culturali, degli stereotipi e dei pregiudizi che offuscano da sempre le nostre menti e deviano i nostri pensieri, costringendoci a vedere le cose non per come sono realmente ma per come le vede la massa. Rendere il turismo accessibile a 360° è quindi la sfida che non solo la Basilicata ma l’Italia intera dovrà affrontare negli anni a venire con coscienza e serietà.

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Lasciando Matera la Città dei Sassi, a conclusione dell’evento sull'”Accessibilità in viaggio”, quello che porto con me, al di là delle valutazioni tecniche, è la consapevolezza che costruire relazioni umane che contano può davvero rendere questo mondo il paradiso accessibile che tutti vorremmo. Se manca questo, se mancano lo scambio, l’ascolto, la vera condivisione, la voglia di coltivare amore attraverso il cuore delle persone prima che attraverso le loro competenze, mi dispiace, ma le cose non cambieranno mai.

Solo entrando nelle vite di chi ha una disabilità e di chi è escluso perché diverso, di chi si sente emarginato, di chi lotta per far valere i suoi diritti ogni giorno possiamo trovare risposte concrete ai tanti interrogativi sempre più ingombranti che ci costringono a fermarci e riflettere. Non si può comprendere la realtà senza vivere da vicino questa realtà eppure è fondamentale che questo accada, che ognuno di noi venga in qualche modo esposto al “problema” se vogliamo che al “problema” si trovino soluzioni concrete e condivise.

Tali soluzioni per essere concrete e condivise non potranno che passare attraverso un cambiamento culturale (non solo turistico e sociale) capace di investire la collettività nella sua interezza, complessità e diversità. Alle persone che ho conosciuto in questi giorni, con cui ho stretto legami importanti e attraverso le cui riflessioni ho visto, sentito e compreso più di quanto pensassi di riuscire a fare, dico “grazie di essere ciò che siete e di avermi aperto la porta del vostro cuore, arricchendo il mio di emozioni autentiche”.

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