Commenti che ti fanno riflettere. Il bello di un travel blog è anche questo: avere la possibilità di confrontarsi con persone ed esperienze nuove, lontane dalle tue o completamente in antitesi, persone che vedono le cose in modo diverso, prospettive diverse perché hanno vite diverse. Oggi ho ricevuto uno di questi commenti ad un post pubblicato sulla mia pagina FB.
Mi lamentavo di quegli hotel in cui trovi evidenti mancanze e disservizi che ti fanno veramente incavolare come l’assenza di carta igienica ed altri. Mi ha dato da riflettere e ve lo ripropongo, eccolo:
“A me fa incavolare quando ancora oggi, anche se mi informo preventivamente sull’accessibilità del posto alle persone con disabilità, poi comunque trovo qualcosa che non va. Non è mai accessibile del tutto, oppure quando per ovviare a questi problemi, ci accomodano da qualche altra parte. Montascale guasti, scivolette inesistenti, ecc. Vorrei spiegare ai signori albergatori che anche solo un gradino rappresenta una barriera architettonica, quindi esigo chiarezza assoluta. Non mi si deve dire “l’aiutiamo noi”, non è così che si rende accessibile una struttura, perché questa frase può sembrare segno di gentilezza e civiltà ma in realtà è segno di grosse lacune in fatto di aperture mentali. Io voglio essere libera di entrare ed uscire mille volte da un locale senza dover ogni volta chiedere l’aiuto di qualcuno!”.
“Quindi sorvolo su carta-igienica, saponette o cuffiette, le basi per me sono altre!” Beh, come non essere d’accordo! Di fronte ad un racconto del genere passa tutto in secondo piano e ti rendi conto che ci sono situazioni ben più gravi di cui bisognerebbe lamentarsi ma tu non le vedi perché non ti riguardano, almeno non direttamente ma esistono e sono molto dolorose per chi le vive.
Pensate solo per un attimo alla condizione svantaggiata e di profondo disagio di tutti quei disabili che amano viaggiare e vorrebbero farlo senza limitazioni, condizionamenti e in assoluta libertà se già soltanto uscire di casa è, per loro, così dannatamente complicato. Eppure, viaggiare è un diritto di tutti, non solo di chi è più fortunato e può muoversi in autonomia con le proprie gambe.
La sensibilità verso la questione è tanta e sono sicura che in molti, moltissimi riconosciamo che si tratta di un grosso problema ma le numerose barriere architettoniche non solo negli alloggi ma anche sui mezzi di trasporto e nei siti turistici resi, pertanto, inaccessibili, oltre che la mancanza di informazioni, continuano a rappresentare un ostacolo enorme e, spesso, insormontabile per chi ha una disabilità.
Negli ultimi anni la Commissione europea ha deciso di lavorare sulla promozione del turismo accessibile, ovvero quel turismo capace di offrire servizi a persone con specifiche e diverse esigenze di accesso: mobilità ridotta, deficit visivi o difficoltà di apprendimento, ma anche a famiglie con bambini e viaggiatori anziani. Questi servizi consentono a tutti di viaggiare in modo indipendente e con dignità e l’UE sta (finalmente) intervenendo in diversi modi.
ha deciso di dedicare il progetto EDEN “Destinazioni europee di eccellenza” a luoghi turistici che si distinguono in materia di turismo accessibile. Destinazioni diverse in 19 Paesi sono state selezionate per il loro impegno nello sviluppo di offerte di turismo accessibile. Queste destinazioni offrono alloggi accessibili e sevizi specifici, come sentieri adatti alle carrozzine o ai passeggini, noleggio biciclette speciali e accesso facilitato alle spiagge (qui trovate la notizia completa).
Chapeau per l’iniziativa ma permettetemi di dire che siamo ancora molto lontani da un vero turismo accessibile. Nonostante questo progetto ammirevole, infatti, la maggior parte delle strutture e delle attrazioni turistiche resta ancora inaccessibile e per niente attrezzata ad accogliere un disabile senza dover pronunciare quel famoso “l’aiutiamo noi”.
Io mi auguro che le cose cambino, che viaggiare diventi davvero un diritto di tutti perché non si può accettare una tale privazione. Molto spesso, la vera disabilità non è quella fisica di chi ha difficoltà motorie, ad esempio, ma quella di chi non comprende e non sa (e più spesso non vuole) trovare una soluzione efficace per permettere a tutti di vivere una vita degna di essere vissuta.
Perché qualunque cosa può trasformarsi in barriera, anche la mancanza di “apertura mentale”, come la chiama Concy che ringrazio per il prezioso contributo.
Ho letto l’articolo e ti ringrazio molto per l’attenzione che hai dedicato a questa tematica 🙂 Nell’articolo hai accennato ai mezzi di trasporto, pochi, pochissimi quelli accessibili. Vorrei fare un’altra riflessione su questo punto… i mezzi pubblici come gli autobus sono quasi sempre forniti di scivolette ma quasi sempre sono guaste. Poi ci sono i pullman, quelli con cui si parte per delle gite di gruppo, in tutta Italia (non so all’estero) quelli accessibili si possono contare sulle dita di una mano, per non parlare del loro costo di affitto che è maggiore rispetto a quello dei pullman standard. Sui treni non sono informata, perché è tanto che non ne prendo uno, aerei…salirci è un casino per chi ha una disabilità grave, o per chi usa le carrozzine elettroniche. Mi chiedo perché quando costruiscono un aereo, non lo fanno già accessibile? Che bello sarebbe poter entrare direttamente con la mia carrozzina e posizionarmi nello spazio apposito, senza essere sballottata! Restano le navi, in tutta la mia vita ne ho presa una, da crociera. Quella si che è accessibile!! 🙂 Ma fare una crociera per noi non significa esattamente vivere un sogno, visto che ad ogni tappa ci riportano alla cruda realtà… si, perché non possiamo fare le escursioni come tutti gli altri turisti…i pullman nel 90 % dei casi non sono attrezzati! Un abbraccio e grazie ancora!Concy
Grazie a te Concy per questo prezioso contributo!