deportazione ebraica Tsvi Nussbaum ghetto Varsavia Ap

5 fotografie simbolo della seconda guerra mondiale

1. Lo sbarco in Normandia

Il fotografo Robert Capa documentò lo sbarco in Normandia e pare che durante i primi momenti dello sbarco scattò 4 rullini 35mm da 36 pose (144 scatti). Questi rullini furono inviati alla redazione di Life a Londra dove c’era un laboratorio di sviluppo interno, tutti erano in attesa degli scatti di Capa. Arrivati i rulli furono passati subito al laboratorio dove iniziarono a lavorarli e a svilupparli, in seguito li misero ad asciugare nell’apposita stanza di asciugatura, la quale sembra fosse troppo calda e nonostante questo, l’addetto allo sviluppo, chiuse la porta della stanza, quando tornò i negativi erano fusi e grigi, soltanto uno spezzone di undici fotogrammi era ancora sopravvissuto.

Robert Capa sbarco normandia

2. La deportazione ebraica a Varsavia

Questa immagine è diventata il simbolo della deportazione ebraica durante la Seconda guerra mondiale. Nella foto viene immortalato Tsvi Nussbaum, allora un bambino, mentre alza le mani prima di essere portato via dal ghetto di Varsavia. Dietro di lui imbraccia un mitra Josef Blösche, un soldato tedesco membro della Gestapo, nel ghetto di Varsavia, con un gruppo di Ss, durante un’aktion di deportazione. Identificato 20 anni dopo attraverso questa foto fu arrestato nel 1967, processato e infine condannato a morte.

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3. La morte di Mussolini a Piazzale Loreto

Benito Mussolini morì il 28 aprile 1945 a Giulino, in provincia di Como, ucciso tramite colpi di arma da fuoco insieme all’amante Claretta Petacci. Nella foto possiamo vedere il cadavere di Benito Mussolini (secondo da sinistra), della sua amante e di altre tre persone. Nella piazza si sentirono colpi di mitra, le prime file di folla venivano spinte verso i cadaveri calpestandoli e prendendoli a calci. Una donna sparò al cadavere di Mussolini cinque colpi di pistola per vendicare i propri cinque figli morti.

morte Mussolini Piazzale Loreto

4. Bomba Atomica su Nagasaki

Il 9 agosto del 1945, l’aeronautica militare statunitense voleva annientare il nemico giapponese, infatti il bombardiere B-29 Bockscar decollò dall’isola di Tinian con a bordo un ordigno a base di plutonio soprannominato Fat Man: un mostro di cinque tonnellate capace di scatenare un’esplosione da 21 kilotoni si dirige a Nagasaki. Secondo le fonti ufficiali, l’attacco a Nagasaki causò 74 mila morti e altrettanti feriti gravi. Sei giorni dopo, il Giappone si arrese decretando la fine della II Guerra Mondiale.

Bomba atomica Nagasaki

5. La bandiera rossa sul Reichstag

Questa foto è stata scattata dal tenente Yevgeny Khaldei, un giornalista dell’Armata Rossa (l’esercito dell’Unione Sovietica) il 2 maggio 1945 e segna fine della Seconda guerra mondiale, il più violento conflitto a cui l’umanità abbia mai assistito. Nell’immagine si vede un soldato russo che sventola la bandiera sovietica sul tetto del Reichstag, la sede del parlamento tedesco e il luogo dell’ultima disperata difesa dei soldati nazisti di fronte all’avanzata dei sovietici.

bandiera rossa Reichstag

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