Un viaggio in Asia richiede spirito di adattamento, voglia di scoperta, capacità di relazionarsi ma anche di rispettare costumi ed usanze che potrebbero apparirci strani e incomprensibili. Ho raccolto i 10 divieti più assurdi in giro per l’Asia non tanto per un fine goliardico ma per offrirvi un momento di reale informazione alla scoperta di leggi scritte e non scritte in alcuni dei più importanti paesi asiatici.
Perché è così importante conoscere i divieti più assurdi in giro per l’Asia? Perché chi viaggia deve necessariamente attenersi ai codici comportamentali del paese che visita per due ragioni ulteriori: il rispetto e i rischi che possono conseguirne. Lo sapete che contravvenendo ad alcuni questi divieti potreste ritrovarvi in carcere? Insomma, uomo avvisato mezzo salvato.
Indice dei contenuti
- 1 – Cina: reincarnazione senza consenso
- 2 – Singapore: chewing gum
- 3 – India: pubblicità di alcolici
- 4 – Nord Corea: blue jeans
- 5 – Filippine: “My Way” di Frank Sinatra
- 6 – Thailandia: il film Anna and the King
- 7 – Sud Corea: online dopo mezzanotte
- 8 – Giappone: ballare nei club
- 9 – Malesia e Indonesia: mangiare durian
- 10 – Pakistan: suonerie dei cellulari
1 – Cina: reincarnazione senza consenso
In Cina non è vietato ai monaci buddisti reincarnarsi senza l’approvazione da parte degli organi statali. Lo ha deciso una legge del 2007 sulle “Misure di gestione per la reincarnazione di Buddha”.
2 – Singapore: chewing gum
La gomma è vietata a Singapore e ne è vietata anche l’importazione. Non esiste una vera e propria legge scritta ma dal 1992, dopo un episodio in cui la gomma da masticare fu usata come strumento di sabotaggio, usarla è diventato illegale.
3 – India: pubblicità di alcolici
In India una legge che risale al 1990 vieta, invece, le pubblicità degli alcolici. A nulla è valso il tentativo di alcune aziende di pubblicizzare altri prodotti mantenendo il marchio, ugualmente colpito da questa misura del governo indiano.
4 – Nord Corea: blue jeans
In Corea del Nord i blue jeans sono severamente vietati ma sono quelli di colore blu perché connessi all’immagine dell’America. Quelli neri sono consentiti. Eppure pare che Kim Jong-un sia un fan della Marlboro!
5 – Filippine: “My Way” di Frank Sinatra
Chi non conosce e ama “My Way” di Frank Sinatra! Eppure nelle Filippine questa canzone è bandita da tutti locali di karaoke, dopo essere stata ribattezzata “My Way Killings” perché considerata un’istigazione alla violenza.
6 – Thailandia: il film Anna and the King
Il celebre film con Jodie Foster è stato censurato e reso illegale perché considerato “un insulto alla famiglia reale” che distorce la storia del paese. Tutto riconduce alla legge del 1930 che vieta ai film di parlare del Re e della monarchia.
7 – Sud Corea: online dopo mezzanotte
In Corea del Sud c’è un legge del 2011 molto restrittiva sull’uso di Internet per i ragazzi sotto i 16 anni di età ai quali non è consentito utilizzarlo nella fascia oraria che va dalla mezzanotte alle sei del mattino.
8 – Giappone: ballare nei club
Una legge giapponese sulla “morale pubblica” del 1948 dichiara illegale ballare in pubblico o meglio questo tipo di attività è consentita ma solo in alcuni locali. Per tutti vale comunque la regola: “non oltre la mezzanotte”.
9 – Malesia e Indonesia: mangiare durian
Sapete cos’è il Durian? Si tratta di un famoso frutto tipico del Sud Est Asiatico. In Malesia ed Indonesia su questo frutto vige un divieto: quello di non consumarlo in pubblico. Il motivo? Il suo fortissimo odore!
10 – Pakistan: suonerie dei cellulari
In Pakistan chi scarica suonerie viene multato ben 115 euro. Queste sono, infatti, considerate, anti islamiche e scaricarle, secondo i talebani, contravviene alle leggi religiose del Corano o a quello che di esse è stato interpretato.
Queste probabilmente sono solo alcuni dei divieti più assurdi in giro per l’Asia. Chissà quanti altri ce ne saranno, magari ancora più strani. Voi ne conoscete qualcuno che non è presente in questa lista? Allora fatecelo sapere nei commenti. Certe cose è meglio saperle prima perché prevenire è meglio che curare (oggi sono in vena di proverbi!).