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Terravecchia, il borgo “sconosciuto” di Giffoni Valle Piana

Tutti (io compresa) conoscono Giffoni Valle Piana per il suo Giffoni Film Felstival ma il borgo di Terravecchia è noto probabilmente soltanto a chi nel borgo ci vive o, forse, a chi abita nelle sue vicinanze. Cosa me lo fa credere? La domanda di una residente, affacciata da una terrazza, che vedendoci attraversare il borgo, dopo averci salutato, ci ha chiesto “e voi cosa ci fate qui?”. L’interrogativo non era come si potrebbe pensare un rimprovero per aver varcato l’ingresso del “suo” mondo ma era da tradurre con un “cosa vi ha spinto a venir qui a Terravecchia, in questo borgo sconosciuto dove non c’è nulla da fare”?

Perché quello che molti non comprendono, ahimè, è che per alcuni di noi vedere, ammirare, osservare sono da soli un gran bel modo di passare il tempo e di fare qualcosa per cui la mia risposta non poteva che essere “siamo qui per visitare”. Semplicemente la verità e di fronte alla propria verità chi può dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato? Quello che so per certo è che il borgo di Terravecchia mi ha trasmesso vibrazioni positive fin dal primo momento in cui vi ho messo piede. Arrivarci è semplicissimo, ci vogliono pochi km in auto dal centro di Giffoni e una ventina da Salerno.

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†Il complesso fortificato di Terravecchia, situato com’è sul cocuzzolo di una collina, costituisce la frazione più piccola di Giffoni e anche se all’apparenza non si direbbe ci sono alcune famiglie a viverci ancora in pianta stabile. Immerso tra uliveti secolari, edifici storici e luoghi di culto risalenti al XI secolo, oggi, grazie ad accurati lavori di recupero e restauro, Terravecchia è nuovamente agibile ed accessibile per turisti e visitatori che possono finalmente riappropriarsi di questo borgo medievale, sicuramente tra i più belli d’Italia.

Il primo consiglio importante che mi sento di darvi (anche se ad alcuni potrà sembrare scontato) è di indossare abiti comode e scarpe da tennis o comunque basse perché stradine e sentieri chiaramente in salita sono stretti e realizzati a gradonate in pietra per cui senza l’adeguato equipaggiamento si rischia di scivolare o inciampare. Io in valigia avevo solo degli stivali (per fortuna senza tacchi alti) e vi assicuro che ho fatto un po’ fatica a salire e, soprattutto, a scendere non essendoci nulla a cui appoggiarsi.

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Il secondo consiglio è di arrivare a Terravecchia con la batteria del cellulare ben carica ma non temete, non ve lo dico perché c’è il rischio di perdersi e, quindi, di dover telefonare per chiedere “l’aiuto da casa” ma perché all’interno del borgo c’è un sistema molto innovativo che attraverso la lettura di codici a barre permette di usufruire direttamente sul proprio smartphone di un praticissimo servizio di audioguida portatile in grado di raccontare le tappe più significative del borgo senza dover consultare il sito e leggere.

Il terzo e ultimo consiglio riguarda, invece, gli angoli del borgo secondo me imperdibili durante una visita a Terravecchia, tra cui Piazze come Piazza San Leone con la sua fontana risalente al 1919 che conserva ancora il lavatoio originale e la chiesa omonima di S.Leone e Piazza Sant’Egidio, sul lato est dell’antico Borgo medioevale, anche’essa segnata dalla presenza di un’altra chiesetta solitaria che conserva importanti testimonianze delle varie epoche storiche che ha attraversato.

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E poi ci sono le piazzette come Piazzetta dei due ulivi, considerata una sorta di crocevia di strade e elementi caratterizzanti del borgo si incontrano da sempre e Piazzetta Picena, uno dei luoghi più magici di Terravecchia che sembra essere stato “rubato” ad una di quelle favole che ci raccontavano le mamme da piccoli, in cui maghi, fate e creature misteriose erano i protagonisti indiscussi. A tutto questo si aggiunge un panorama incantevole sul Parco Regionale dei Monti Picentini, dove la natura è tutelata con le Oasi WWF.

Mica male per un paesino di 51 abitanti, vero? E pensare che qui, prima di me, hanno passeggiato Romani, Piceni, Svevi e che se sapremo conservarne la memoria passeggeranno anche gli uomini del futuro, dopo di me. E se queste case, queste stradine, questi panorami, queste atmosfere che riescono a riportarti indietro nel tempo non sono cose da vedere e apprezzare, ditemi voi quali lo sono allora. Perché io in questo borgo sconosciuto mi sono riempita gli occhi di bellezza…  e scusate se è poco.

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