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Posti brutti “da non vedere”: esistono davvero?

Non lo so. Questa storia dei luoghi e posti brutti “da non vedere” non mi convince affatto. Sempre più spesso, adesso che viaggiare è alla portata di tutti, si sprecano i commenti sulla bellezza o bruttezza di un luogo, di una città visitata, di un paese in cui si è stati in vacanza. “Che brutta Bruxelles!” ho persino sentito dire alcuni, “non ci tornerei a Francoforte” dichiarano altri, “quella città è davvero orrenda” sintetizzano altri ancora e lo fanno con una tale certezza da farti sentire quasi in torto per pensarla diversamente.

Tutti si sentono in diritto di giudicare e dare pareri assoluti sulle destinazioni che hanno visitato e anche su quelle che non hanno visitato alimentando disinformazione e pericolosi pregiudizi nei loro interlocutori. Allora io mi chiedo se questi posti brutti del mondo esistono davvero o sono solo il frutto di una nostra “brutta” e magari sbagliata percezione di ciò che vediamo e che ci porta ad  una visione delle cose distorta rispetto a come si mostra in realtà. Me lo chiedo e non so darmi una risposta.

Personalmente non ho mai definito “brutto” un posto in cui sono stata. Pur avendo viaggiato tanto, non ne ho mai trovati. Ogni luogo ha una sua particolare identità da cui scaturisce una bellezza unica, speciale e difficilmente paragonabile alle altre bellezze, ugualmente particolari uniche e speciali ma diverse. Anche quando la realtà ha deluso qualche aspettativa, ho sempre trovato la parte bella dei posti che visitavo perché la diversità è già, da sola, fonte di grande bellezza.

Detroit negli USA, Caracas in Venezuela, Lagos in Senegal, Amman in Giordania sono solo alcune delle città considerate le più brutte del mondo. Ma saranno davvero così brutte e, poi, cosa si intende per “brutto”? Può definirsi brutto un posto perché è povero, disabitato, freddo o pericoloso? Io credo di no. Non credo che, ad esempio, Durazzo, di cui vi ho parlato in questo itinerario di 5 giorni in Albania sia una città brutta. Certo, è una città portuale, forse, non molto pulita ma è una città vivace, allegra, con tanta storia e cultura: si trova qui l’anfiteatro romano più grande dei Balcani. E vi pare poco?

durazzo anfiteatro romano albania

Senza andare all’estero, anche in Italia di città considerate brutte ce ne sono molte. Una di quelle che più spesso viene marchiata come tale è Napoli. Ora, ai veri viaggiatori, esperti di storia e cultura, cui è bastato trascorrere un giorno a Napoli per innamorarsene e questa suonerà come un’eresia eppure sul web, in molti forum e siti in cui si parla di viaggi Napoli è considerata una città brutta. Il motivo? Le montagne di rifiuti, la criminalità e il degrado generale per cui i media l’hanno resa tristemente famosa, più famosa di molte più eclatanti meraviglie.

Non sarò io a dire che non è vero perché rifiuti e criminalità sono stati e sono ancora una criticità evidente di Napoli ma accanto a questo, c’è anche un’altra Napoli, quella dei panorami che ti lasciano a bocca aperta, del mare, del sole, della canzoni popolari, la Napoli della gente socievole che ti accoglie ovunque con un sorriso, la Napoli segreta di cui ho scritto qui e la Napoli classica delle bellezze invidiabili da Castel dell’Ovo, il lungomare di via Caracciolo a Spaccanapoli e Piazza del Plebiscito.

spaccanapoli via napoli

 Stesso trattamento per Milano, considerata da alcuni addirittura la città più brutta d’Italia. Anche qui fattori esterni come il clima, l’inquinamento e la corruzione giocano a sfavore. Quindi, Milano è davvero riassumibile soltanto in due parole: grigiore e smog? Io non credo. C’è la Milano delle belle piazze, degli edifici storici, degli spazi verdi, dei quartieri eleganti che sanno di Parigi come il quartiere Brera di cui ho parlato qui e splendide occasioni per immergersi nella cultura, nell’arte, nella storia come quelle offerte dai musei del Castello Sforzesco.

Insomma, non credo che la bellezza sia un concetto assoluto e mi sembra esagerato dare un giudizio così negativo sulla base di alcuni elementi negativi che, seppur condivisibili, non rappresentano una città nella sua interezza. Dopotutto, è anche una questione di gusti e di priorità e ognuno ha le sue e non devono valere per tutti. Quindi, forse, prima di etichettare ciò che vediamo, proviamo anche a guardarlo con altri occhi e magari riusciremo a trovare qualcosa di bello anche dove non pensavamo di trovarlo.

castello sforzesco un giorno milano

2 commenti su “Posti brutti “da non vedere”: esistono davvero?”

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