Passeggiando nel borgo di Raito tra vicoletti, ceramiche e scalinatelle

“Paese dolce per gli inverni”. È cosi che Alfonso Gatto definiva Raito, uno dei primi borghi della Costiera Amalfitana, in una sua poesia. “Giusto per l’ombra, giusto per il sole, giusto per il male” sia corporeo che spirituale che questo paese tra mare e collina è capace di guarire grazie alla bellezza e magia dei suoi vicoletti, delle maioliche che compaiono ad ogni angolo decorando panchine e abitazioni, alla socievolezza dei suoi abitanti che se ti incontrano non vanno via senza almeno averti augurato prima “Buongiorno”. 

Raggiungiamo Raito dopo aver visitato il borgo di Albori, uno dei borghi più belli d’Italia e altra piccola frazione della città di Vietri sul Mare, in una cald(issim)a mattina di fine luglio con addosso la fatica di chi cammina già da un po’ sotto il sole ma anche con l’entusiasmo di chi ha voglia di annusare, vedere, scoprire colori e paesaggi nuovi. La prima tappa della visita è la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, nel centro storico di Raito, una chiesetta del Cinquecento che gode di una favolosa posizione sul golfo di Salerno per cui non andate via senza esservi affacciati per un po’ per guardare il panorama.

Da qui ci spostiamo su Via Emanuele Gianturco e non possiamo non lasciarci affascinare dalle bellezze che troviamo tutte intorno a noi. Una delle cose belle della Costiera Amalfitana (lo noterete un po’ dappertutto) è la presenza costante di fontanelle pubbliche dove dissetarsi. Sembra niente ma la trovo una cosa fantastica soprattutto quando arriva l’estate e portarsi dietro le bottiglie diventa un peso in più di cui si fa volentieri a meno.  Per cui ecco che ne troviamo una subito dopo e ci rinfreschiamo.

Camminiamo ancora e arriviamo fino alla piccola piazzetta Rigiuolo, la bella terrazza di Raito che regala una splendida vista sul Golfo di Salerno e su Vietri sul Mare, famosa per la tradizione della ceramica. Il sole picchia ma non possiamo non immortalare tutto questo paradiso che vediamo davanti ai nostri occhi e con questa giornata splendida sembra davvero di essere baciati da Dio. Vi consiglio di fermarvi qui per scattare qualche foto, è un angolo di Raito davvero magico!

Passeggiando ci imbattiamo in un negozietto di alimentari e ci fermiamo per prendere qualcosa da mangiare. “Siete in vacanza qui?” ci chiedono, probabilmente dopo aver percepito che è la prima volta per noi a Raito. “Stiamo facendo una visita del borgo” rispondiamo noi “è molto bello”. Annuiscono e confermano la nostra impressione. “Sì, è veramente un bel posto. Noi che ci viviamo non ce ne rendiamo più conto ormai ma, avit’ ragion, qua sopra è uno spettacolo. Avete fatto bene a venire”. Sorridiamo, ringraziamo e andiamo via. “Grazie, buona giornatà, signò” mi rispondono.

Il giro riprende e non posso fare a meno di notare l’infinità di scale o come le chiamano i locali “scalinatelle”. Ce ne sono tantissime e salgono, scendono, si intersecano creandone di nuove, trascinandoci verso nuove vedute, porticati, ballatoi, finestre fiorite, logge e balconi con i meravigliosi panni spasi, caratteristica inconfondibile di questi luoghi. E caratteristiche sono anche le decorazioni colorate in ceramica, anche quelle messe praticamente ovunque.

Camminando le troviamo anche nei posti più impensabili, inserite nei muri come semplici piastrelle e sulle porte delle case ad indicare il nome di chi ci abita e il numero civico e sono in ceramica anche fioriere, portacenere e le tante panchine e sedili ricavati dalla pietra animati da pesci in primis ma anche da gatti, alberi, girasoli, margherite, grappoli d’uva, santi, madonne e ovviamente loro, il simbolo della Costiera, i limoni! Sì proprio loro, quelli del Limoncello e della delizia al limone.

Quanto tempo che non venivo qui. Proprio tanto! Eppure mi sembra di ricordare tutto come l’ho lasciato. E mi pento di non aver, da ragazza, visto di più e di aver pensato come capita spesso quando vivi in un posto a lungo “potrò sempre andarci”. Non è così. Non fate il mio stesso errore che ho iniziato a “capire” questi luoghi della mia infanzia quando ormai mi ero trasferita fuori. Mettetevi in macchina e visitateli oggi, domani, dopodomani. Non fate passare settimane e mesi perché diventano anni e si rischia di non andarci più. ..e perché perdere l’occasione di ammirare il paradiso in terra?

3 commenti su “Passeggiando nel borgo di Raito tra vicoletti, ceramiche e scalinatelle”

  1. Sono orgogliosa del tuo articolo che rende omaggio al mio paese natio.
    Anch’io orami vivo fuori da Raito da anni, ma resta sempre il mio rifugio preferito. Ogni volta che ritorno godo e mi inebrio della sua bellezza. Odori, colori, profumi che racchiudo dentro di me come in uno scrigno prezioso per goderne quando mi lascio travolgere dai ricordi più belli della mia infanzia e gioventù. Venite a scoprire quest’angolo di paradiso.

  2. BRAVISSIMA, CI VADO SPESSO PER PRANZI E CENE AD UN AGRITURISMO AD ALBORI, CI PASSO PER RAITO, MA DOPO AVERTI LETTO, MI FERMERÒ E ANDRÒ ALLA SCOPERTA DI QUESTO FANTASTICO BORGO, COME QUESTI CE NE SONO ALTRI, MENO CONOSCIUTI E ANCORA PIU NASCOSTI, CHE ADORO DELLA COSTIERA AMALFITANA.

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