Cosa vedere Crespi d’Adda villaggio operaio

Cosa vedere a Crespi d’Adda, villaggio operaio di fine ‘800 eletto patrimonio Unesco

La mia curiosità per i luoghi insoliti, evocativi, immersi nel tempo è da sempre viva dentro di me e il viaggio costituisce uno dei mezzi più potenti di cui dispongo per soddisfarla. Così, una semplice gita della domenica con la mia famiglia diventa l’occasione per esplorare questo mondo bellissimo, anche attraverso i suoi angoli meno conosciuti. Tra questi non si può dimenticare Villaggio Crespi, a Crespi d’Adda in provincia di Bergamo, modello unico in Europa di città industriale autosufficiente in cui le maestranze della fabbrica potevano trovare tutto ciò che serviva loro e alle loro famiglie. Se vi incuriosisce la visita, proseguite nella lettura per sapere cosa vedere a Crespi d’Adda ed essere guidati nella scoperta di questo villaggio operaio di fine ‘800 eletto patrimonio Unesco.

Cosa vedere a Crespi d’Adda

Questa è la mappa di Crespi d’Adda con l’elenco di tutti i luoghi di interesse. Il mio itinerario è iniziato in Corso Manzoni nei pressi del lavatoio (6) e del dopolavoro (7). Proprio di fianco troverete anche la chiesa (5) e la scuola (9) mentre dall’altro lato si trovano i Palazzotti (1) e la Villa Padronale (2). Ho poi proseguito verso l’ingresso della fabbrica (11) con i suoi capannoni e passando attraverso le case operaie (15) e le ville dei dirigenti (16) sono giunta fino al cimitero (17).

mappa di crespi dadda

Il lavatoio

Tra le strutture presenti all’interno del villaggio Crespi d’Adda si trova un lavatoio, in condizioni di conservazione non proprio ottimali, costruito nella vicinanza delle abitazioni e utilizzato dalle lavandaie per poter lavare i panni vicino alle abitazioni senza doversi recare presso il fiume con le ceste piene di panni e lenzuola. Nelle vasche del lavatoio veniva fatta confluire l’acqua riscaldata in fabbrica e la tettoia consentiva di lavare i panni anche quando non c’era il sole.

Il dopolavoro

Il dopolavoro sorge proprio accanto al lavatoio e svolse fin dall’inizio due funzioni importantissime, quella di promuovere la ricreazione della popolazione operaia che qui trovava un punto d’incontro e quella di unire tra loro persone che non si conoscevano, provenienti da diversi paesi, attraverso l’organizzazione di attività sportive e culturali, ma anche di assistenza, di beneficenza e di soccorso tra i soci.

La chiesa

La chiesa di Crespi d’Adda, dedicata al Santissimo nome di Maria, risale ai primi anni ’90 dell’Ottocento ed è una copia fedele del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio, città natale della famiglia Crespi che decise di riproporla nel villaggio, in segno di appartenenza verso le proprie radici ma anche nei confronti della cultura e architettura italiana rinascimentale.

La scuola

La presenza della scuola, costruita intorno al 1890 e poi ampliata nel 1892, era fondamentale per lo sviluppo della comunità residente nel villaggio Crespi d’Adda poiché nasceva dall’esigenza di sviluppare un adeguato servizio educativo e formare i futuri dipendenti, migliorando di anno in anno il loro livello di preparazione tecnica.

La villa padronale

La villa padronale della famiglia Crespi, realizzata tra il 1893 e il 1894 in stile tardo romantico e, in verità, molto più simile ad un castello medioevale che ad una villa (tant’è che l’edificio è soprannominato Castello) rievoca la presenza del potere feudale. Da qui, infatti, il signore governava il suo feudo, sebbene moderno e “industriale” ovvero la sua fabbrica, il suo villaggio e i suoi abitanti-operai.

L’ingresso centrale

L’ingresso del cotonificio di Crespi è l’immagine simbolo del villaggio perché è qui che nell’immaginario collettivo iniziava la giornata di lavoro per gli operai, è qui che si incontravano ogni giorno, è qui che succedevano le cose di cui tutti avrebbero parlato  una volta rientrati a casa. A colpire immediatamente il visitatore, sono i cosiddetti “cancelli rossi” in ferro battuto su cui risaltano le delicate decorazioni floreali realizzate dall’artista Alessandro Mazzucotelli e che insieme ai capannoni in cotto e mattoni, la ciminiera e le palazzine dirigenziali creano una composizione architettonica industriale davvero impressionante.

Le case operaie

Visitare Crespi d’Adda è come viaggiare nell’Ottocento e tutto suscita interesse e stupore ma sono loro il cuore del villaggio, le case operaie con i loro orti e giardini, l’elemento sicuramente più rappresentativo. Nonostante il loro aspetto semplice, queste abitazioni erano all’avanguardia per quel tempo. E il motivo è presto spiegato. Silvio Crespi, figlio del fondatore, aveva girato per l’Inghilterra e, dopo aver visto diversi esempi di abitazioni operaie nei suoi viaggi, decise di imitarli.

Le ville dei dirigenti

Oltre alle case operaie non si possono non citare anche le altre abitazioni presenti nel villaggio: le ville dei dirigenti, realizzate nella seconda metà degli anni ’20, eleganti, raffinate ed eclettiche, immerse in ampi giardini e fornite di salotti, studi e locali di rappresentanza. Sia le case degli operai che quelle dei dirigenti sono ancora abitate per cui non si possono visitare dall’interno, ma il villaggio Crespi d’Adda resta sicuramente una delle mete più belle nei dintorni di Milano o Bergamo.

Il cimitero

La tappa conclusiva della visita non può che essere il cimitero di Crespi d’Adda al termine della via principale, realizzato tra il 1905 e il 1908 d tuttora in funzione. Al suo interno sorge il mausoleo della famiglia, a forma piramidale, che si erge imponente e maestosa sulle tombe dei dipendenti e dei loro familiari, caratterizzate da semplici croci in pietra ordinate in file, a cui oggi si sono poi aggiunte tombe e monumenti più recenti.

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